Tutti gli elementi sono al vaglio della Procura di Lodi. È frenetica l’attività degli uffici di viale Milano dopo gli scontri di giovedì davanti alla logistica Zampieri di via Orecchia a Tavazzano.
Ieri altri due video, questa volta forniti dalla Zampieri, sono finiti nel fascicolo che servirà a fare luce sulla guerriglia scoppiata in seguito a un presidio organizzato da 280 lavoratori della Tnt-Fedex di Piacenza rimasti senza lavoro e appoggiati dal sindacato Si Cobas. Nelle immagini, registrate dall’interno dell’azienda durante la notte di violenze che hanno portato al ferimento di un 48enne, si vedrebbero chiaramente i lavoratori bloccare un Tir carico di merce in uscita. L’ipotesi degli inquirenti è che i lavoratori iscritti al Si Cobas della Fedex di Piacenza, chiusa a maggio, abbiano bloccato l’ingresso dello stabilimento lombardo impedendo ai colleghi di effettuare le loro consegne. "Non sarebbe il primo episodio di questo genere – ha dichiarato lunedì il procuratore Domenico Chiaro – I blocchi davanti alle fabbriche costituiscono un reato, non sono una manifestazione sindacale come lo sciopero o il picchetto".
Nuovi elementi che però non spaventano i Si Cobas che hanno già annunciato di voler proseguire con la battaglia perché sicuri di "essere stati aggrediti dalle guardie della Zampieri e da alcuni lavoratori vicini all’azienda".
La versione del sindacato è molto diversa. A lanciare bastoni e sassi sarebbero stati "crumiri con bodyguard al soldo della Zampieri", la società italiana cui la multinazionale americana Fedex ha dato in appalto la gestione del magazzino lodigiano. Per la Zampieri, invece, nello stabilimento non c’era nessuna guardia privata, solo lavoratori. "Anche se fossero i lavoratori ad avere litigato tra loro non sarebbe più tranquillizzante – dice l’avvocato del facchino ferito, Eugenio Losco, che nelle prossime ore depositerà la denuncia per lesioni – Va capito perché i lavoratori siano arrivati a prendere i bastoni".