LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Lodi, offensiva salva argini contro l'invasione delle nutrie

La Muzza chiede alla Provincia di promuovere una strategia

Il problema principale resta quello dei danni ingenti a raccolti, di cui le nutrie si nutrono, e rogge, dove scavano le tane

Lodi, 1 agosto 2018 - «Le 13.815 nutrie “prelevate” nel Lodigiano nel corso del 2017, secondo i dati diffusi venerdì da Regione Lombardia? Non sono nemmeno sufficienti a bloccare il proliferare dei nuovi soggetti. La presenza di questi animali varia molto da zona a zona, in base alla presenza di canali, ma stimiano possanno essere 300 mila, forse 400 mila esemplari». Ettore Grecchi, presidente del Consorzio Muzza Bassa Lodigiana, che gestisce il reticolo irriguo del territorio, lunedì ha incontrato le guardie ecologiche della Provincia. «Abbiamo redatto un verbale - dice - in cui chiediamo alla Provincia di promuovere un incontro coi sindaci per concertare strategie. Ormai il problema non può più essere affrontato con interventi spot. I Comuni devono capire che occuparsi del contenimento delle nutrie è più importante che garantire i cestini dei rifiuti: nelle nostre piccole realtà rurali ormai questi animali arrivano in piazze e parchi pubblici».

Il problema principale resta quello dei danni ingenti a raccolti, di cui le nutrie si nutrono, e rogge, dove scavano le tane: «Il territorio è devastato, il nostro sistema di canali è sconvolto, i costi sono insostenibili - aggiunge Grecchi -. Nel 2017 i costi per riparare la rete irrigua sono stati di 6-700 mila euro. Poi ci sono danni diretti ai canali poderali degli agricoltori: circa 25 euro a ettaro. La piccola azienda se la cava con qualche trappola, quella grande non riesce ad arginare il fenomeno». Il consorzio Muzza ha consegnato una relazione all’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, che i questi giorni ha effettuato un primo stanziamento di 250 mila euro, impegnandosi però a trovare altre risorse, e ha inviato una lettera a 350 sindaci lombardi, province, Ats, parchi, consorzi e associazioni «per fare gioco di squadra», promuovendo da settembre «incontri finalizzati alla redazione di un protocollo di coordinamento» e chiedendo al Governo «un fondo specifico per questa emergenza».

«Proporrò al cda del Consorzio uno sforzo economico sul tema nutrie - conclude Grecchi -. Ma bisogna soprattutto concertare gli interventi e compensare le spese sostenute dagli agricoltori». «Serve un piano di abbattimento che permetta a tutti gli agricoltori col permesso venatorio, e non solo ai selecontrollori, di abbattere le nutrie - sottolinea Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura -. Inoltre bisogna autorizzare la creazione di “cimiteri aziendali” perché oggi tutti i fondi regionali vanno allo smaltimento nutria, al prezzo di 1,50 euro, in un centro specializzato. La burocrazia è talmente tanta che gli agricoltori rinunciano a farsi rimborsare i danni causati a coltivazioni, canali, e anche a trattori e mietitrebbia che ogni tanto sprofondano nelle buche. La questione riguarda l’armonizzazione delle regole, in Province e Comuni, per evitare che ciascuno agisca a seconda della propria sensibilità ambientalista».