
A sinistra Sara Mascheroni, a destra Francesca Boari
Sant'Angelo Lodigiano, 14 marzo 2016 - Due amiche che «avevano una grande voglia di vivere e si volevano tanto bene». Sono stati lo zio di una delle vittime, Gianni Furiosi e don Mario Bonfanti, dell’oratorio San Luigi, a trovare parole commosse per ricordare la nipote sedicenne Francesca Boari e la sua inseparabile amica e coetanea Sara Mascheroni, studentesse del Maffeo Vegio di Lodi. Le due ragazze, ieri mattina alle due, sono morte sul colpo in seguito all’impietoso incidente avvenuto sulla strada provinciale 189 di Graffignana, in località Cascina Zerbi e vicino al locale Petrarca.
Punto di ritrovo dove le adolescenti erano state a bere qualcosa con il conducente ventenne di Sant’Angelo P.C. e la sorella di Francesca, Aurora Boari, di 14 anni. E se subito un incidente così grave e doloroso avvenuto nel fine settimana porta alla mente le ormai note e temute stragi del sabato sera, dovute quasi sempre allo sballo, questa volta è tutta un’altra storia. «I ragazzi si erano ritagliati un momento per stare insieme dopo il ritiro spirituale», ha spiegato lo zio con la voce rotta. Infatti gli esami tossicologici eseguiti in ospedale hanno escluso che i malcapitati protagonisti della tragedia avessero bevuto o assunto droghe, come confermato dai carabinieri. A portarsi via Francesca e Sara, quindi, è soltanto un crudele destino. E ora Sant’Angelo piange stretta intorno alla famiglia Boari, il cui papà lavora per la Società acqua lodigiana, che gestisce il servizio idrico lodigiano e alla famiglia Mascheroni, noti e amati venditori ambulanti. «Siamo vicini a queste persone con tutto il cuore», ha detto il sindaco uscente Domenico Crespi.
La dinamica del mortale è ancora al vaglio dei carabinieri ma sembra che la Renault Capture dei ragazzi sia uscita di strada autonomamente. In quel punto si accenna una doppia curva che ha tradito tanti, fino a portare alla morte un altro ventenne santangiolino, circa dieci anni fa, trovato sotto la sua auto. «Non si tratta di curve cieche ma che possono ingannare, basta una ruota leggermente giù dal ciglio e si manifesta il pericolo», ha testimoniato ieri un residente. I ragazzi sopravvissuti e le sedicenni compiante frequentavano l’oratorio San Luigi di Sant’Angelo come spazio aggregativo. Sono stati soccorsi dai vigili del fuoco del distaccamento volontario santangiolino, del comando provinciale di Lodi, che hanno trovato gli occupanti ancora nell’abitacolo ribaltato in carreggiata (con le quattro ruote al cielo) e dovuto tagliarne le portiere per liberarli, da tre ambulanze della Croce Bianca di Sant’Angelo e San Colombano e della Croce Rossa di Villanterio, accorse con al seguito l’automedica. Don Mario Bonfanti era con i giovani al ritiro spirituale organizzato nel seminario di Lodi in occasione del Giubileo e dell’apertura della Porta Santa. Poi la comitiva si è spostata nel locale. «Le due ragazze erano sempre sorridenti, avevano voglia di vivere, partecipavano a catechesi, facevano le educatrici, recitavano nei musical e hanno sempre vissuto l’oratorio – spiega il sacerdote commosso –. Erano amiche inseparabili. Mi rimarrà impresso il loro desiderio di costruire il futuro».