
Ascoltato il responsabile di produzione dell’azienda fiorentina, che è uno dei cinque imputati. Per il deviatore installato sui binari coi fili invertiti sentito anche un nuovo testimone.
Il processo per il deragliamento del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno avvenuto a Livraga il 6 febbraio 2020 è proseguito ieri, in tribunale a Lodi, ascoltando due imputati e un nuovo testimone. Il primo a parlare in aula è stato l’ingegnere A.G., responsabile della produzione di Alstom Ferroviaria, l’azienda che ha fabbricato l’attuatore rivelatosi difettoso per un errore di cablaggio e uscito dall’azienda fiorentina nel 2019. Il “pezzo” era stato installato sui binari poche ore prima della tragedia che causò la morte dei due macchinisti, Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese e Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello, e il ferimento di 32 persone. Il processo è volto ad accertare le responsabilità di chi scambiò il filo 16 con il 18 all’interno dell’attuatore, ma si vuole anche capire chi dovesse mettere in atto tutte le procedure di sicurezza idonee. L’interrogatorio dell’ingegnere condotto dalla pm Giulia Aragno si è concentrato proprio su questo, cercando di capire perché l’errore di cablaggio non è stato notato e se le procedure di sicurezza fossero adatte a notare questo errore. Egli ha sostenuto che le procedure erano le più adatte ed erano suddivise in tre fasi, di cui una era il tavolo di collaudo che però non poteva notare l’errore di cablaggio, ma che una seconda fase era il controllo visivo dei cavi, adatto per notare l’errore. Infine le prove di concordanza, ossia un test che prevede che almeno uno dei tecnici rimanga in prossimità del deviatoio, mentre gli altri effettuano delle prove in corrispondenza della sua cabina di controllo.
Quindi, secondo l’imputato, Alstom avrebbe rispettato tutte le norme di sicurezza necessarie e una serie di errori umani sarebbe stata la causa del deragliamento. Il responsabile della produzione di Alstom, così come gli altri colleghi già sentiti in precedenza, ha confermato che l’azienda, dopo l’incidente, ha aggiunto controlli alla sicurezza degli attuatori. Quindi è stato ascoltato un teste, un ingegnere assunto da Alstom e direttore di un organismo di valutazione indipendente di sicurezza, che ha ribadito l’adeguatezza dei sistemi di sicurezza Alstom. Ci si è poi concentrati sul come il guasto elettrico dell’attuatore abbia ingannato la rilevazione del deviatoio, cercando di capire se fosse stato un caso particolare che alla sala di controllo, il giorno dell’incidente, risultasse installato correttamente, o se è qualcosa che può capitare spesso. Il teste ha risposto che dipende dai casi, senza aggiungere altro. Infine, si è iniziato ad ascoltare l’imputato (sono cinque in tutto in questo filone) ingegner F.M., assunto in Alstom come system program manager. Il processo riprenderà da lui martedì prossimo, per l’ultima udienza del 2024. Il collegio punta a chiudere l’istruttoria dibattimentale in gennaio.