Il direttore degli ospedali lodigiani: "Schieriamo infermieri di comunità"

Lodi, trentotto assunzioni a tempo indeterminato per far decollare il servizio in tutta la provincia. Saranno l’anello di congiunzione tra l’azienda e i medici di base. Già incrementati i posti letto

Il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia, 53 anni

Il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia, 53 anni

di Laura De Benedetti

Nuovi posti letto Covid, l’avvio dei tamponi rapidi a Lodi e Codogno, l’assunzione di nuovo personale e, soprattutto, l’introduzione dell’infermiere di famiglia, o di comunità. Sono le ultime novità riguardanti la sanità lodigiana illustrate da Salvatore Gioia, direttore generale Asst: "Stiamo assumendo a tempo indeterminato 38 infermieri, numero necessario per avviare il servizio di comunità, anello di congiunzione tra azienda e medici di base, anche se una ventina di nostri infermieri ha già fatto richiesta per ricoprire questo ruolo - spiega -. Il personale sarà assegnato al centro servizi di Sant’Angelo, che già si occupa di ossigenoterapia e che sta diventando una centrale operativa destinata a farsi sempre più carico dei pazienti cronici declinando l’attività anche con servizi domiciliari. Opereranno in tutto il territorio. In questo momento abbiamo 700 positivi Covid da monitorare a domicilio. Il servizio gestito da Sant’Angelo oggi, è coperto da 11 infermieri ospedalieri che, di fatto, sono già come degli infermieri di famiglia. Per ricoprire questa nuova figura, che sarà il primo nucleo di infermieri di comunità, è però previsto un corso di aggiornamento interno con 50 ore di lezione teorica e 30 di pratica".

Oltre agli infermieri, al Delmati sono in arrivo 8 medici: "Ad inizio settimana - spiega il direttore generale - ne sono già arrivati 4, gli altri saranno qui a breve ed andranno ad integrare il personale esistente, anche per far fronte ai 40 letti in più. Se lunedì (domani, ndr) ci arriva il personale assunto tramite cooperativa per 6 mesi, infatti, ai 20 letti di sub acuti al sesto piano (avviati il 26 ottobre, col trasferimento dal quarto piano dei degenti del reparto ‘letti di sorveglianza Covid’ avviato il 12 ottobre e chiuso 2 settimane dopo, ndr) ne aggiungeremo altri 20 per sub acuti al quarto piano; sempre se andrà tutto bene dovremmo aprire entro il 20 novembre altri 20 posti per sub acuti, utilizzabili anche come letti di sorveglianza, sempre a Sant’Angelo, sulla base dei fabbisogni che emergeranno". Per quanto riguada gli ospedali, aggiunge Gioia, "a Lodi abbiamo aperto 24 letti Covid ricovertendo Ortopedia e unendo la parte traumatologica con Chirurgia, per cui siamo arrivati a 100 letti Covid. A Codogno altri 20 posti Covid riconvertendo la Chirurgia".

Avviato ieri il primo punto prelievi con tamponi rapidi nasofarigei antigenici per le scuole, che danno l’esito in 15 minuti, nel tendone allestito dall’Esercito al Ppt, si conta ora di aprire il secondo a Codogno per mercoledì: "Finora abbiamo eseguito circa 120 tamponi molecolari al giorno anche se ora, con la chiusura di molte scuole, caleranno. Nuove categorie da sottoporre al test rapido? La decisione spetta all’Istituto superiore di Sanità". Intanto la tensostruttura all’ingresso laterale dell’ospedale Maggiore usata per i tamponi scolastici fino a venerdì, verrà assegnata al Pronto Soccorso: "Abbiamo già accessi separati – spiega Gioia –. Ma con l’aumento dei positivi occorre ampliare le zone pulite e sporche almeno per 2 o 3 settimane, finché non sarà ultimato il cantiere interno che sta creando un nuovo blocco aggiuntivo e che darà nuovi spazi di accesso al Pronto soccorso".