MARIO BORRA
Cronaca

Il boato che ha scosso il rione. Bomba al locale, il mistero è fitto

In frantumi due vetrine del ristorante pizzeria “Astoria“, ma all’interno nessun danno. Il titolare Bianchini: "Mai ricevuto intimidazioni e non riesco a capire il motivo del gesto".

Il boato che ha scosso il rione. Bomba al locale, il mistero è fitto

Il boato che ha scosso il rione. Bomba al locale, il mistero è fitto

È mistero fitto sull’esplosione che, lunedì sera, ha mandato in frantumi due vetrine del ristorante pizzeria Astoria di viale San Biagio, nel “cuore“ del rione omonimo. Erano circa le 20 quando una deflagrazione udita fino alle frazioni Retegno e Triulza ha squassato la tranquillità della zona, facendo riversare in strada ed affacciarsi alle finestre decine di persone impaurite. "Sembrava una bomba", è stato il commento unanime.

L’arrivo dei pompieri e dei carabinieri ha permesso di accertare che i danni subìti dal locale, chiuso per turno di riposo, sono stati assai contenuti, praticamente nulli all’interno. L’arrivo sul posto della Scientifica dei carabinieri e il certosino sopralluogo effettuato fino alle 23 con la catalogazione dei reperti e la verifica di eventuali impronte hanno di fatto certificato che lo scoppio non è stato accidentale, ma certamente opera di qualcuno. Le domande ieri però sono rimaste identiche, ma senza risposte esaurienti. Gli inquirenti, per i quali le strade investigative sono molteplici, hanno trovato, tra i vetri sparsi su una delle due verande esterne, resti tritati dallo scoppio di nastro isolante cosiddetto americano e poco altro: forse almeno un manufatto in forma cilindrica. All’esterno, a distanza di qualche metro uno dall’altro, sono stati rinvenuti due guanti da lavoro a terra, come se qualcuno in fuga se ne fosse liberato in maniera sbrigativa. Se fossero stati indossati dallo sconosciuto “attentatore“, non ci sarebbero ovviamente impronte fissate su vetri e stipiti del locale. Cosa abbia provocato l’esplosione resta ancora solo un’ipotesi: forse qualcuno ha “confezionato“ un piccolo ordigno rudimentale, unendo magari maxi petardi legati con il nastro adesivo, e poi lo ha lanciato contro la vetrina che, in quel momento, non era protetta dalla saracinesca. Ma sulla veranda però non si notano bruciature o macchie nerastre né i tavolini sono rimasti danneggiati. Anche all’interno il locale è rimasto in ordine dopo lo scoppio: persino su un tavolo apparecchiato vicino alle finestre piatti e bicchieri non si sono mossi. Come è possibile dunque che una deflagrazione così violenta abbia causato un danno molto contenuto? Ci sono segni di scasso su una delle finestre rotte e, oltre all’ipotesi del tentato furto, resta in piedi il convincimento che il malvivente abbia magari cercato di aprirsi un varco per gettare l’ordigno artigianale all’interno, ma poi abbia optato per accenderlo sotto la veranda. Resta anche la domanda sul movente, sul perchè di tale gesto.

"Non ho ricevuto alcuna intimidazione nè riesco a capire il motivo del gesto – sottolineava ieri mattina il titolare dell’Astoria, Andrea Bianchini, 47 anni, che era all’interno per sistemare i locali e riorganizzare l’apertura già per ieri –. Ci sono i segni di una finestra forzata con un arnese da scasso, forse volevano entrare a fare un colpo, ma sinceramente al di à di qualche bottiglia di buon vino, non c’è nulla di prezioso". Altri danni, leggeri, si notavano nella parte dove di solito alloggia l’insegna mentre anche i sopraluce erano scheggiati, come se colpiti da un sasso. "Forse l’effetto così fragoroso del boato è stato causato dal fatto che lo scoppio è avvenuto in un luogo circoscritto" ha ribadito il proprietario del locale che, appunto, sembrava a credere più ad un blitz fallito. Un altro particolare che balzava all’occhio è che alcune mattonelle del muretto esterno erano cadute sul marciapiede. "Erano già rotte e le avevo appoggiate per poterle poi rifissare" ha detto Bianchini. Non è escluso che siano cadute dopo che qualcuno ci sia salito magari per lanciare l’ordigno.