
(DIRE) Roma, 27 mar. - Le Fiamme Gialle del Gruppo di Livorno hanno dato esecuzione a ulteriori due decreti di sequestro preventivo emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, aventi ad oggetto crediti fittizi per un ammontare complessivo pari a oltre 33 milioni di euro per le ipotesi di reato della truffa aggravata ai danni dello Stato e di indebite compensazioni di crediti d'imposta, perpetrate da un'articolata rete criminale, ideata e gestita dal titolare di uno studio di consulenza fiscale avente sede nel milanese con il diretto coinvolgimento di nr. 10 società edili, dislocate sull'intero territorio nazionale. L'indagine scaturisce da una mirata analisi di rischio e incrocio di dati, sviluppata in sinergia con l'Agenzia delle Entrate, sfociata quindi in un'attività di polizia giudiziaria coordinata Procura della Repubblica di Livorno. Le investigazioni hanno approfondito la effettiva spettanza del "Bonus Facciate" per la realizzazione di interventi finalizzati alla ristrutturazione e riqualificazione degli edifici esistenti; tale beneficio consente la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90% ovvero la possibilità di utilizzare un credito d'imposta di pari importo cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile ai sensi dell'art. 121 del c.d. "Decreto Rilancio" (D.L. n. 34/2020). Dopo un primo sequestro di 8.334.092 milioni di euro eseguito lo scorso anno, i militari del Gruppo di Livorno hanno proseguito gli accertamenti, approfondendo le anomalie e gli allert di rischio emersi a carico del commercialista, artefice della frode: in particolare, tramite l'acquisizione e l'analisi delle comunicazioni d'opzione inviate telematicamente dal commercialista all'Agenzia delle Entrate per l'ottenimento dei (falsi) crediti d'imposta, è stato possibile attenzionare la posizione fiscale di altre otto imprese edili (oltre alle due già indagate) risultate essere - quali cessionarie dei crediti di imposta fittizi - società attive ma non operative, dotate di una minima struttura patrimoniale e aziendale, di recente costituzione i cui rappresentanti legali vantavano diversi precedenti penali. E' pertanto emersa l'incapacità strutturale delle suddette società a svolgere i lavori edili in relazione ai quali avevano maturato cospicui crediti di imposta. Per tale motivo, i rappresentanti legali delle suddette società sono stati deferiti all'A.G. labronica, mentre i proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia hanno negato di aver eseguito interventi di manutenzione sui propri appartamenti facenti parte di svariati plessi condominiali. Tra l'altro i lavori ed i relativi costi, del tutto fittizi, risultano assolutamente incoerenti con la ridotta metratura Referente: Col. t.ST Cesare Antuofermo; Contatti: 3294308876 degli appartamenti indicati nelle dichiarazioni inviate all'Agenzia delle Entrate; dichiarazioni che, tuttavia, hanno generato nei cassetti fiscali un imponente ed illecito credito d'imposta, fortunatamente bloccato dalle Fiamme Gialle e dall'Agenzia delle Entrate poco prima che venisse "monetizzato" in danno dello Stato. Un sodalizio, dunque, preordinato a generare solo cartolarmente - mediante l'emissione di fatture per operazioni inesistenti ed invio telematico delle comunicazioni prescritte dagli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020 - crediti d'imposta fittizi successivamente ceduti, per essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle suddette società edili. Il meticoloso e certosino lavoro svolto dai Finanzieri del Gruppo labronico ha permesso di ricostruire la filiera delle cessioni dei crediti d'imposta fittizi effettuate dalle suddette imprese indagate, facenti parte del sodalizio criminale e di sottoporre a sequestro un ammontare di crediti fiscali fittizi complessivamente pari a € 18.225.441,74, appena prima che venissero incassati e se ne perdesse traccia. È bene, infine, ribadire come il colletto bianco, artefice della frode sia stato sottoposto a misura cautelare personale di tipo interdittivo. Il servizio svolto, coordinato dal Comando Provinciale di Livorno, testimonia l'importanza che la Guardia di Finanza assegna - quale forza di polizia economico/finanziaria a tutela della spesa pubblica - al regolare utilizzo delle risorse dello Stato necessarie per garantire la ripresa del Paese: attesa l'attuale congiuntura economica è di assoluta priorità assicurare la corretta destinazione delle somme erogate alla collettività, assicurando, nel contempo, alla giustizia gli autori di frodi che pregiudicano il giusto impiego di ingenti risorse pubbliche. (Vid/ Dire) 10:06 27-03-2
Creaspiatica – È partita da una “cartiera” di Crespiatica l’indagine della Gdf di Lodi, coordinata dalla Procura, su una presunta maxi frode fiscale con autoriciclaggio nel settore edile. Il sistema avrebbe consentito di evadere le imposte e beneficiare di vantaggi fiscali. Ieri è scattato un mega sequestro preventivo d’urgenza, convalidato dal giudice, per oltre 26,8 milioni.
Contestuali le perquisizioni effettuate anche con un’unità cinofila del Gruppo di Linate. Sono stati vincolati 94 immobili e 14 terreni delle province di Como, Lecco, Milano, Novara, Padova, Pavia e Verona per 330mila euro; 5 automobili per 95mila euro e quote relative a 35 società per 757.570 euro. Nei guai realtà dell’edilizia delle province di Lodi, Milano, Monza, Pavia e Foggia ma gli indagati sono tutti del Milanese.
Gli accertamenti sono partiti da Crespiatica alla fine del 2023, a quando risale l’esecuzione di un sequestro di oltre 2,5 milioni in relazione alla creazione, monetizzazione e indebita compensazione di falsi crediti d’imposta. Questi ultimi sarebbero stati generati da lavori mai eseguiti di ristrutturazione delle facciate di alcuni. Da qui è finito nel mirino il sistema parallelo di frode fiscale.
Cinque indagati sono ritenuti le menti dell’organizzazione e risponderanno a vario titolo per associazione a delinquere: avrebbero utilizzato 12 società “cartiere“ di Crespiatica, Milano, Monza, Pavia e Foggia intestate a prestanome per arrivare all’emissione di 16.700 false fatturazioni a favore di cinque imprese del Milanese per un valore complessivo di fatture fittizie emesse nell’ultimo triennio per 250 milioni.
Nei guai anche altre 11 persone, gli amministratori di aziende presumibilmente coinvolte, accusati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; occultamento o distruzione di documenti contabili. Inoltre un indagato è accusato anche per autoriciclaggio per un importo di oltre 3,4 milioni proveniente dagli illeciti fiscali commessi, che sarebbe stato trasferito e impiegato per l’effettuazione di investimenti nel settore immobiliare.