LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Frecciarossa deragliato, "lacunoso il collaudo dei pezzi"

Nuova udienza ieri in tribunale a Lodi del processo per il deragliamento del Frecciarossa avvenuto a Livraga il 6 febbraio...

Nuova udienza ieri in tribunale a Lodi del processo per il deragliamento del Frecciarossa avvenuto a Livraga il 6 febbraio...

Nuova udienza ieri in tribunale a Lodi del processo per il deragliamento del Frecciarossa avvenuto a Livraga il 6 febbraio...

Nuova udienza ieri in tribunale a Lodi del processo per il deragliamento del Frecciarossa avvenuto a Livraga il 6 febbraio 2020, incidente in cui persero la vita i due macchinisti Giuseppe Cucciù e Mario di Cuonzo. Ieri, è stato ascoltato un dipendente di Alstom, società fornitrice dell’attuatore difettoso, causa scatenante dell’incidente. Una testimonianza che ha permesso alla corte di acquisire ulteriori elementi sul funzionamento dei processi di assemblaggio e di collaudo dei componenti impiegati sulle linee ferroviarie.

È infatti emerso dalle parole del teste l’assenza di un macchinario che permettesse di rilevare errori nell’attuatore. Solo dopo il deragliamento del Frecciarossa è stato introdotto l’extra-test, grazie al quale è ora possibile rilevare errori impercettibili dall’essere umano. Nella procedura di collaudo "c’era un’incongruenza – ha spiegato l’operatore di Alstom –. Utilizzavamo una dicitura di collaudo diversa da quella del banco". Secondo il testimone il banco di collaudo non era in grado di riconoscere l’inversione dei fili.

"I pezzi potevano arrivare difettosi direttamente dall’azienda fornitrice e l’illuminazione in officina era esigua, l’unico modo per verificare l’idoneità di un prodotto era impiegare il banco di collaudo, che però non rilevava questi difetti" ha affermato. È stato duro lo scontro in aula tra il difensore della società costruttrice e il testimone. L’avvocato aveva infatti incalzato l’operaio sugli scambi di informazioni tra collaudatori che avvenivano durante le procedure.

"Era un processo della durata di tre ore e capitava che un pezzo potesse essere concluso da chi non lo aveva iniziato – ha detto l’uomo -. Succedeva per diversi motivi: magari al termine dell’orario lavorativo il pezzo non era stato completato o qualcuno doveva andare in trasferta o, ancora, per altre urgenze". Ma nel caso dell’attuatore difettoso di Livraga, "non ricordo chi avesse iniziato la procedura di collaudo. Era il 30 settembre 2019, sono passati 6 anni".

Luca Raimondi Cominesi