Frecciarossa deragliato, l’ipotesi del guasto sulla tragedia

Giornata di lavoro dei tecnici della Procura sul punto zero del deragliamento: per il deviatoio spostato spunta la pista del problema elettrico

Gli uomini della Polfer al lavoro con i tecnici  della Procura sul deviatorio numero 5

Gli uomini della Polfer al lavoro con i tecnici della Procura sul deviatorio numero 5

Livraga (Lodi), 13 febbraio 2020 - La causa del disastro ferroviario potrebbe essere un "problema elettrico mai risolto che avrebbe ingannato gli operai di Rfi che hanno effettuato la manutenzione sul posto e la centrale operativa di Bologna". Questo è quanto trapela dagli accertamenti irripetibili svolti ieri sui binari dove giovedì scorso è deragliato il Frecciarossa 9595 Milano-Salerno causando la morte dei macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e il ferimento di 31 tra passeggeri e personale di bordo. Tutto però è ancora da verificare.

La procura di Lodi è determinata a intensificare l’attività investigativa per capire se quanto accaduto è causa di un problema sulla linea o di una grave svista. Ieri sul luogo del disastro ferroviario il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ha chiesto più volte di simulare le operazioni che, secondo le versioni fornite dai cinque operai di Rfi che da venerdì sono indagati per disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni (sul caso è indagata anche Rfi per la legge sulla responsabilità amministrativa), sarebbero state compiute da loro poche ore prima della tragedia. Quattro ore di accertamenti irripetibili che si sono concentrati su un unico punto, cioè il deviatoio numero 5 tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano che per la procura di Lodi sarebbe stato lasciato in "posizione errata", causando l’uscita dai binari del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno deragliato giovedì scorso alle 5.35 costata la vita ai due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e il ferimento di 31 persone. Gli uomini del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer hanno affiancato il procuratore di Lodi durante i rilievi effettuati da Fabrizio D’Errico, uno dei consulenti nominati dalla procura lunedì. 

In contemporanea, dalla centrale operativa di Bologna ha lavorato il pm di Lodi Giulia Aragno insieme all’altro consulente nominato dagli uffici giudiziari di Lodi, Roberto Lucani. Più volte durante la giornata di attività sul luogo del deragliamento il procuratore di Lodi ha chiesto di provare lo scatto di chiusura e apertura del binario ancora funzionante e poi quello del “punto zero“, il deviatoio 5, e controllato i semafori. Ripetute, passo dopo passo, tutte le operazioni che la squadra di manutentori ha assicurato durante gli interrogatori di sabato scorso di aver fatto, ribadendo di aver lasciato il deviatoio nella posizione corretta, quindi per “dritta“, in direzione Bologna. La procura di Lodi ha intenzione di chiudere il cerchio delle indagini in tempo breve. Per questo si stanno accelerando i ritmi di lavoro. Già acquisito infatti altro materiale utile per le indagini. Si tratta dei cellulari dei cinque operai di Rfi addetti alla manutenzione che nella notte tra mercoledì e giovedì erano al lavoro sullo scambio di Ospedaletto che lunedì sono stati sequestrati dalla procura di Lodi. La procura di Lodi, che la scorsa settimana ha indagato il caposquadra e i quattro operai, vuole adesso capire se tra loro ci siano state conversazioni in chat relative ai lavori svolti o altri elementi utili a capire quanto accaduto quella notte sullo scambio che ha causato il disastro ferroviario.