Finisce a carte bollate la disputa sul terrapieno

Società Rubino e Untouchable Energy hanno presentato una domanda di costruzione in sanatoria respinta dal Comune di Casalpusterlengo. L'Arpa ha rilevato l'utilizzo di materiale di rifiuto per la realizzazione del terrapieno. Il Comune ha ordinato la demolizione delle opere. Le imprese hanno fatto ricorso al Tar.

Finisce a carte bollate la disputa sul terrapieno

Finisce a carte bollate la disputa sul terrapieno

È finita a carte bollate la realizzazione di un terrapieno all’interno dell’impianto di recupero rifiuti nell’area di Coste Fornaci a Casalpusterlengo, in una porzione del complesso che un tempo era della Pantaeco: tra Comune e le società Rubino e Untouchable Energy è in corso, infatti, un braccio di ferro davanti al Tar poiché un permesso di costruire in sanatoria che prevedeva una modellazione delle aree esterne dell’impianto con innalzamento di un terrapieno e la formazione di una vasca di raccolta dell’acqua piovana, è stato bocciato dall’ente pubblico.

"Il materiale utilizzato per la realizzazione, nello specifico, di quel manufatto è un rifiuto", è stato il responso del sopralluogo effettuato dall’Arpa nel luglio dello scorso anno. "Agglomerato riciclato per il conferimento di conglomerati cementizi e calcestruzzi" è quanto utilizzato secondo la documentazione agli atti per realizzare il terrapieno. Inoltre, secondo il Comune, si tratterebbe di una nuova costruzione, non compatibile con le norme tecniche di attuazione del Piano di governo del territorio.

Quindi dapprima la domanda delle società è stata rigettata ma successivamente è stata pure ordinata la demolizione entro novanta giorni delle opere nonché il ripristino originario dei luoghi. Da qui la decisione da parte delle imprese di rivolgersi alla giustizia amministrativa per dirimere il caso che ha costretto, ora, il Comune a resistere in giudizio e a mettere a bilancio uno stanziamento in denaro.

M.B.