
Dramma in via Mezzana Luca strangolato dalla sua mamma "Siamo senza parole"
di Manuela Marziani
"Tutte le settimane venivo a vedere il bambino e trascorrevo un po’ di tempo con lui". Marco Roveda, il nonno del piccolo ucciso ieri mattina dalla sua mamma, non si capacita. "Abbiamo fatto visitare mia figlia dai medici - dice -, secondo loro aveva un esaurimento. Le dicevo che bisogna ragionare con la testa. Non so se prendesse farmaci". Il nonno non crede che la figlia abbia mai riversato sul piccolo che avrebbe compiuto un anno a fine mese i problemi che stava vivendo. Problemi non legati alla vita di coppia che procedeva serenamente. Sposati dal 2017, Elisa Roveda, 44 anni, e Maurizio Baiardi prima delle nozze avevano convissuto sempre in quell’appartamento di via Mezzana che ieri mattina è stata transennata e chiusa al traffico per tenere lontani cronisti e curiosi. Impiegata lei e autista per una ditta lui, non avevano particolari difficoltà. Volevano però una famiglia. Per cinque anni hanno cercato di avere un bambino, finché nel 2022 non sono riusciti ad appendere un fiocco azzurro sulla porta. "Ho visto ieri il bambino - racconta una vicina - stava bene, era un bel bambino. E lei una bravissima persona. E’ stata colpa della depressione post partum, ne ho sofferto anch’io. Elisa mi aveva detto di sentirsi agitata e depressa. Per il resto stava bene".
Altri vicini però sostengono che Elisa fin dall’adolescenza avesse mostrato di possedere una personalità molto introversa che faticava a socializzare, anche se più volte i genitori provavano a farla legare con altri ragazzini. Originaria di Romagnese, la famiglia si era trasferita a Voghera da 50 anni e viveva in quel quartiere dove tutti la conoscevano e la stimavano. Giovedì i vicini avevano visto la mamma e il bambino passare con il passeggino. "Erano il ritratto della felicità" è il commento di un anziano con le lacrime agli occhi per quanto accaduto al piccolo Luca. L’allarme è scattato attorno alle 8, quando il marito era uscito per andare al lavoro e la nonna del bambino era arrivata per aiutare la figlia nelle faccende domestiche. "Mio marito ha sentito la nonna urlare - ha raccontato una vicina - e mi ha chiamata. Io ero giò andata a lavorare e non potevo aiutare questa famiglia. E’ corso mio marito, ma non ha potuto fare niente per il bambino".
Da qualche mese, a causa delle sue fragilità, Elisa si era presa una pausa dal lavoro e stava con il bambino, ma aveva paura a rimanere da sola in casa. Per questo, il marito e la suocera si alternavano in modo da tenere sempre compagnia alla giovane mamma e aiutarla se il piccolo non le aveva fatto chiudere occhio la notte o piangeva troppo. "Rimaniamo attoniti di fronte ad un bimbo strappato alla vita da un gesto terribile - ha scritto su Facebook il sindaco Paola Garlaschelli -. Attendiamo di sapere di più dalle forze dell’ordine sulla tragedia che questa mattina ha sconvolto la nostra città. Per ora, un pensiero di dolore enorme e di vicinanza alla famiglia". Un post che ha ricevuto condivisioni, emoticon con la lacrimuccia, ma nessun commento, perché non c’è niente da commentare. Intanto Elisa Roveda, in stato di shock, è stata ricoverata nel reparto di psichiatria del San Matteo di Pavia, dove attualmente si trova piantonata dopo essere stata dichiarata in stato di arresto per l’omicidio del figlio.