LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Ventisei anni dopo “San Carlo” torna a casa: Applausi a Cavenago d'Adda

Runato nel 1992, è tornato in parrocchiale

Il parroco con il dipinto ritrovato

Cavenago d'Adda (Lodi), 29 ottobre 2018 - «Il collezionista privato teneva il “San Carlo Borromeo in contemplazione”, dipinto del XVII secolo attribuito al pittore Daniele Crespi e rubato dalla chiesa parrocchiale di Cavenago 26 anni fa, appeso nel salotto della sua casa a Borso del Grappa. Pensiamo che l’opera, che sul mercato del traffico d’arte non valeva meno di 80mila euro, fosse prima transitata all’estero, e poi da qualche anno fosse entrata in possesso dell’uomo, accusato di ricettazione, a cui siamo arrivati a fine settembre nell’ambito di una più vasta operazione che ha permesso di smantellare un’organizzazione dedita al furto e alla ricettazione di opere sottratte in luoghi di culto».

Il maggiore Christian Costantini, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio cultura di Venezia, è venuto di persona, ieri mattina, a restituire la preziosa tela alla comunità cavenaghina: affiancato dal capitano Domenico Sacchetti del comando di Lodi, al termine della messa ha ricevuto i ringraziamenti del parrocco, don Roberto Arcari, ma anche applausi e strette di mano da parte dei cittadini. «Il quadro – ha aggiunto Costantini, “monument men” della speciale sezione dell’Arma che dal 2002 affianca anche i caschi blu dell’Onu – è stato fotografato e poi, tramite alcune parole chiave, è stato rintracciato nella banca dati dei 6 milioni di opere trafugate che l’Arma ha istituito sin dal 1989 e che dal 2006 è riferimento per tutte le forze dell’ordine. Il ricettatore non ha ancora parlato ma nostro compito ora sarà cercare di scoprire i passaggi di mano avvenuti nei 26 anni dal furto».

«L’opera, trafugata il 5 febbraio 1992 insieme ai ritratti di “San Francesco d’Assisi” e di “Sant’Anna”, di autori ignoti ma sempre del XVII secolo, non ancora ritrovati, presenta macchie di umidità per cui deve essere stata custodita in qualche scantinato – aggiunge don Roberto –. La Diocesi parlerà con la Soprintendenza per il restauro. Ma il dipinto non verrà ricollocato nella cappella laterale dell’altare: sarà custodito in un luogo più sicuro». «Il furto all’epoca colpì molto la comunità – ricorda il sindaco Sergio Curti –. Don Luigi Vaccari, tra gli anni ’60 e ’70 restaurò la chiesa e il suo patrimonio artistico, cui teneva, tramandandolo fino a noi. Ora dobbiamo raccogliere i fondi per recuperare il tetto ammalorato».