Covid in Rsa: "Avevamo le mascherine del ferramenta, ma abbiamo fatto tutto il possibile"

L’ex presidente della Fondazione Santa Chiara di Lodi: per la Rsa le prime settimane come uno tsunami

Corrado Sancilio

Corrado Sancilio

Lodi, 6 novembre 2021 - «In quelle settimane abbiamo fatto tutto il possibile per salvare i nostri ospiti". Ne è sicuro Corrado Sancilio, presidente della Fondazione Santa Chiara dall’ottobre 2019 al 7 dicembre 2020, quando a sorpresa aveva deciso di dimettersi lasciando tutto nelle mani della vicepresidente Giovanna Invernizzi. Il suo nome sarà per sempre collegato ai giorni più duri della pandemia, quando nella casa di riposo di via Gorini era stato registrato il picco dei contagi e dei decessi. Una tragedia che aveva fatto molto discutere in città. E che era finita anche all’attenzione della Procura di Lodi, che subito aveva aperto un fascicolo per epidemia colposa e omicidio plurimo colposo tra marzo e aprile del 2020 a seguito dell’aumento esponenziale dei decessi (circa 90 in 80 giorni) tra gli allora quasi 200 ricoverati della Rsa Santa Chiara. Novanta le cartelle cliniche analizzate dal pm Giulia Aragno.

Giovedì infine la decisione del procuratore di Lodi Domenico Chiaro di chiedere l’archiviazione: una scelta che tiene in considerazione sia i comportamenti del personale e dei responsabili sia le circostanze del periodo, con la difficoltà di reperire presìdi di protezione e la mancanza di linee guida chiare. L’ultima parola però spetterà al gip di Lodi. "Nei primi giorni d’emergenza c’è stata grande confusione – ricorda l’ex presidente Corrado Sancilio – Le famiglie hanno affrontato con umiltà e coraggio quei drammatici giorni. Sono rimasto molto scosso da questa esperienza. Un ruolo che per la prima volta ricoprivo a quei livelli, caratterizzato da una situazione d’emergenza estrema. Il Covid ha tolto l’ultima carezza e l’ultimo saluto dei parenti agli ospiti che purtroppo hanno perso la vita in quelle settimane. È questo il dolore più forte. Alle famiglie che sono state colpite negli affetti più cari ho cercato di dare la mia vicinanza. Mi ha segnato profondamente tutto quello che è successo".

Nella mente di Sancilio resteranno per sempre i momenti tragici dei primi giorni dell’emergenza. "Non c’erano linee guida chiare, siamo stati costretti a inventarci soluzioni. Per prendere le mascherine abbiamo dovuto rivolgerci a una ferramenta, cercando i dispositivi di protezione che vengono utilizzati nei cantieri. Affrontare la prima emergenza Covid, un vero e proprio tsunami, è stata una prova durissima. Di una cosa sono certo: tutto quello che dovevamo fare, lo abbiamo fatto".