
La deposizione della corona di alloro ieri mattina al camposanto
Codogn (Lodi) – Giornata dedicata alla comunità resiliente di Codogno e alla vittime del Covid-19, ieri, in città. Dopo l’evento “Tra memoria e futuro”, promosso martedì nel teatro del polo fieristico dall’Asst di Lodi con l’intervento dell’assessore regionale Guido Bertolaso, è stata la volta delle commemorazioni. Autorità e i cittadini si sono ritrovati al cimitero per la deposizione di una corona di alloro alla targa dedicata alle vittime del Covid, posizionata in occasione della storica visita del capo dello Stato Sergio Mattarella avvenuta il 2 giugno 2020. Quindi ci si è spostati in via Collodi, davanti al monumento dedicato sempre alle vittime del Coronavirus, per deporre un’altra corona di alloro e un momento commemorativo. Hanno partecipato il sindaco di Codogno Francesco Passerini con la Giunta e il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti. Ospite l’attuale primo cittadino di Vò Euganeo (Padova) Mauro Delluniversità. Le due cittadine, cinque anni fa, furono unite dal triste primato di contagi e dal primo lockdown. Erano circa le 20 del 20 febbraio 2020 quando, per la prima volta in Italia, all’ospedale di Codogno, un paziente risultò positivo al tampone del Coronavirus. Il primo decesso per Covid si registrò a Vo’ Euganeo.
“Dolore e isolamento sono, purtroppo, ancora vivi dentro i nostri cuori – ha ricordato Passerini –. Ma bisogna trovare la forza per guardare avanti. Ciò che il territorio ha passato, deve essere un monito: se compatte, le comunità, vincono”. “Non dimenticherò mai l’impegno dei volontari, che si sono messi a repentaglio per gli altri – ha aggiunto –. Questo memoriale è il luogo dell’abbraccio, con il melo cotogno e lo avevamo inaugurato con il suono delle sirene della Croce rossa, tanto preziosa. Potrebbe riaccadere e dobbiamo continuare con l’attenzione alla salute pubblica. Il nostro territorio è stato esempio per rispetto delle regole, compattezza, impegno”. Il vescovo Malvestiti ha ribadito che “fu un’emergenza improvvisa e ignota a piombare sull’Italia e l’Europa, con un virus di tenace diffusione. La Chiesa di Lodi ha abbracciato e abbraccia questa comunità, ammirata e riconoscente per tanta resilienza”. “Ogni cicatrice lascia un segno – ha ribadito Delluniversità –. Il Covid ha conseguenze anche oggi, come il disagio giovanile. Analizzare ciò che è successo, tornare a guardarsi negli occhi e ricordarci la solidarietà, è obbligatorio”.