
di Carlo D’Elia
Nelle case di riposo del Lodigiano, che accolgono 1.500 ospiti circa, si valuta la chiusura totale alle visite. L’ultimo provvedimento del genere era stato preso, su suggerimento della Regione, dal 4 marzo scorso. Ora con il costante aumento dei contagi da Covid le Rsa stanno valutando di blindare gli accessi, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza per gli anziani ospiti che nella prima ondata del virus ha causato nel territorio enormi problemi e centinaia di decessi.
Dall’inizio dell’epidemia sono oltre 279 i morti per Covid nelle 19 case di riposo e case-famiglia del Lodigiano. Si tratta di circa il 18% degli ospiti, il triplo della mortalità registrata gli altri anni. Nella Fondazione Santa Chiara di Lodi sono stati 86 gli ospiti (su 260 in totale) a perdere la vita per il Covid tra il 20 febbraio e fine aprile. Per questo da mercoledì la struttura ha deciso di chiudere tutto. "E’ vietato l’accesso in struttura di parenti e visitatori". Questo l’avviso firmato dal presidente della Fondazione, Corrado Sancilio. Misure drastiche, diverse rispetto a quello che fino a pochi giorni fa sarebbero state sufficienti per gestire la situazione all’interno della struttura e proteggere gli oltre 200 ospiti anziani e con patologie. Solo i casi indicati dalla direzione sanitaria potranno accedere alla struttura. "Con grande difficoltà abbiamo dovuto prendere la decisione di sospendere tutte le visite già programmate - spiega il presidente Sancilio in una lettera inviata alle famiglie degli ospiti della struttura -. Continueremo a garantire le videochiamate e cercheremo nel più breve tempo possibile di valutare eventuali altre modalità per garantire un contatto con i cari". Presto dovrebbero essere prese decisioni simili anche in altre strutture del territorio. Alla Fondazione Madre Cabrini di Sant’Angelo Lodigiano, dove nei mesi d’emergenza sanitaria sono morti 55 ospiti per Covid (un centinaio gli ospiti totali), ieri pomeriggio si è tenuto un confronto tra i dirigenti per capire come procedere. "Abbiamo eliminato tutti gli incontri interni - spiega il presidente della Fondazione, don Ermanno Livraghi -. I parenti potranno entrare solo all’esterno della struttura e potranno vedere i parenti tramite la vetrata".
Alla Fondazione Opere Pie di Codogno, dove hanno perso la vita 53 dei 144 ospiti della struttura, la situazione resta ancora in sospeso e si arriverà probabilmente a una chiusura degli accessi esterni entro i prossimi giorni. "Stiamo valutando la situazione e aspettiamo anche risposte dalla Regione Lombardia - spiega la presidente delle Opere Pie, Vanna Cavalleri -. E’ una situazione che comunque ci fa paura. I nostri ospiti, come quelli di altre strutture, sono i più fragili e quelli da tutelare dal virus. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo continuato a permettere i parenti degli ospiti di poter venire in struttura. Vedremo nei prossimi giorni, ma servono chiarimenti precisi dalla Regione". Anche nella Rsa Terzaghi Vittadini di Casalpusterlengo, accreditata da Regione Lombardia per accogliere 80 anziani, una decisione non è stata ancora presa. Sempre nel Basso Lodigiano, alla Fondazione Grossi di Senna Lodigiana, una delle più grandi strutture per anziani della zona, una decisione verrà presa nelle prossime ore. Una valutazione verrà presa nei prossimi giorni anche nella Rsa dei Borghetto Lodigiano che a oggi accoglie 80 persone. "Per il momento abbiamo deciso di lasciare le regole invariate", dice il presidente della Rsa di Borghetto Lodigiano, Gian Franco Pinciroli.