Coronavirus, aziende aperte con deroga a Codogno. Gli imprenditori: "Trattati come untori"

Lo sfogo di due imprenditori della zona rossa

Un dipendente della Fiaptech impegnato  col muletto

Un dipendente della Fiaptech impegnato col muletto

Codogno, 4 marzo 2020 - L’azienda riapre in deroga ma tra limitazioni e imposizioni per l'emergenza Coronavirus  “lavorare sta risultando comunque quasi impossibile”. E’ lo sfogo, da Codogno, zona rossa, di Nicola e Marco Locatelli, titolari della Fiaptech, zona Mirandolina, che produce canne fumarie e supporti per imballaggi flessibili, anche farmaceutici. “Abbiamo voluto riaprire, ottenuta una deroga della Prefettura, almeno per consegnare i materiali in giacenza e servire i clienti di cui siamo fornitori al 100 per cento e che quindi erano in difficoltà - chiariscono - Il problema è che ora ci trattano tutti come untori ed è terribile”.

Poi spiegano “facciamo fatica a trovare vettori esterni che si facciano autorizzare ad entrare nella zona rossa per trasportare i nostri materiali e questo benché vengano appositamente sanificati prima della partenza. Prendono scuse, fingono di non avere disponibilità e addirittura ci dicono apertamente che non si fidano, non credono la deroga sia reale. Un vero disastro e questo, oltre alle perdite che stiamo avendo, sconforta molto”. “Intanto lavoriamo seguendo la prevenzione richiesta dalle autorità, il personale presente indossa mascherine, disinfetta le mani continuamente con gel e misura spesso la temperatura corporea. Più di così non sappiamo veramente come fare” concludono.