MARIO BORRA
Cronaca

Il Comune di Codogno revoca l’incarico a Vittorio Sgarbi: non sarà più commissario delle belle arti

Seppure a titolo gratuito doveva promuovere le ricchezze museali e artistiche. Il sindaco: “Non possiamo che ringraziarlo”

Dalla esortazione ad andare a visitare Codogno quando il Covid l’aveva piegata al divorzio Il Comune ha rinunciato al critico d’arte

Dalla esortazione ad andare a visitare Codogno quando il Covid l’aveva piegata al divorzio Il Comune ha rinunciato al critico d’arte

L’amministrazione comunale "silura" il critico d’arte Vittorio Sgarbi, sollevandolo dal suo compito di commissario generale alle belle arti e musei della città. La sua nomina era stata formalizzata nel mese di luglio del 2021 con apposita delibera di giunta e non aveva una effettiva scadenza: ieri, tecnicamente, la revoca non era ancora arrivata visto che ci vuole un apposito atto dell’esecutivo motivato con un preavviso di sei mesi ma, da quanto appreso, la decisione della giunta di centrodestra è già stata presa.

“Ringrazio il professor Sgarbi per il ruolo che gli avevamo affidato – ha spiegato ieri il sindaco Francesco Passerini che non è sceso nel merito delle motivazioni –. Ricordo la sua presenza per esempio in una lectio sul pittore Magatti che ha sicuramente dato lustro a Codogno. Ora troveremo altre formule di promozione della nostra città".

Sgarbi, poi, in pieno Covid, aveva lodato la città della Bassa. "Per non volerla chiusa nel ghetto, senza ironia, e con spirito di speranza dico: andate a Codogno", ribadì nel 2021. Ora però, anche se formalmente la motivazione non è stata enunciata dal Comune, le note vicende che hanno riguardato ultimamente il critico d’arte (le sue dimissioni da sottosegretario e la questione del quadro conteso) hanno convinto l’amministrazione a rescindere l’accordo sulla sua nomina a Commissario Generale per le Belle Arti e i Musei di Codogno.

Nella convenzione dell’incarico, sottoscritta nel 2021, comunque, era già stato sottolineato che l’eventuale revoca dell’incarico sarebbe dovuta avvenire "solo per l’interruzione del rapporto fiduciario" con il sindaco. In pratica, il compito che gli era stato affidato dal comune, a titolo gratuito, sarebbe stato quello di promuovere oltre i confini comunali le ricchezze del comune, operando in stretto coordinamento con il servizio municipale.