Gli infermieri trasferiti a Lodi: "Fateci rientrare all’ospedale di Codogno"

Circa una ventina, con anni di esperienza nell’emergenza/urgenza. In vista della riapertura dell’1 giugno, chiedono di poter ritornare

L'ospedale di Codogno

L'ospedale di Codogno

Codogno (Lodi), 18 maggio 2020 - Per primi hanno gestito il “paziente 1” quando nella notte tra il 18 e il 19 febbraio si è presentato al pronto soccorso di Codogno con quella che sembrava una semplice polmonite. Negli ultimi tre mesi tante cose sono cambiate. Dopo la chiusura di Codogno decisa il 21 febbraio, l’Asst ha scelto di spostare buona parte del personale all’ospedale Maggiore di Lodi. Tra infermieri e Oss trasferiti ci sono anche quelli del pronto soccorso di Codogno, circa una ventina, con anni di esperienza nell’emergenza/urgenza. I quali adesso, in vista della riapertura dell’1 giugno, chiedono di poter rientrare a Codogno. L’Asst, però, sarebbe determinata a mantenere tutto il personale oggi in servizio per garantire la totale copertura nei reparti dell’ospedale di Lodi e inviare altro personale a Codogno.

Una scelta che gli infermieri in questione contestano: «Crediamo di avere dimostrato in oltre due mesi di turni massacranti, in situazioni non prive di rischi e di grave e comprovato disagio, serietà professionale e impegno, contribuendo in questo modo al superamento della fase più critica – scrivono infermieri e Oss del pronto soccorso di Codogno in una lettera inviata il 14 maggio al direttore generale dell’Asst di Lodi, Massimo Lombardo – É evidente che la situazione di emergenza e i problemi derivati hanno creato tensioni e dubbi nel personale operante in questo reparto e in questa sede. Certamente sono circolate voci false e tendenziose che, in assenza di comunicazioni da parte degli uffici competenti, hanno tolto serenità al gruppo, gravando in termini di ansia su tutti gli operatori. La mancata possibilità di aggregazione ha precluso confronti e incontro che avrebbero dissipato sicuramente timori e incertezze». L’ultima parola spetterà ai vertici dell’Asst di Lodi, che entro fine mese dovranno comunicare la decisione al personale e ai sindacati.