Chef di Casalpusterlengo ucciso da alcol e droga: "Abbiamo fiducia nei giudici Usa"

Il 21 novembre si svolgerà la prima udienza del processo alla prostituta Angelina Barini. L’avvocato Secci ha preso le difese della famiglia Zamperoni: gli inquirenti sveleranno altre carte

Andrea Zamperoni faceva il cuoco a New York

Andrea Zamperoni faceva il cuoco a New York

Casalpusterlengo (Lodi), 20 ottobre 2019 - «Abbiamo grande fiducia nella giustizia americana». Queste le parole dell’avvocato Antonio Secci, con studio a Sassari e a Milano, che da fine agosto è stato incaricato dalla famiglia Zamperoni di occuparsi della morte a New York del figlio Andrea che lavorava come chef al Cipriani Dolci. Il 21 novembre si aprirà il processo a carico di Angelina Barini, la prostituta italocanadese di 41 anni, coinvolta nell’omicidio del 33enne lodigiano, ucciso, da un cocktail letale di Ghb (ecstasy liquida, conosciuta anche come droga dello stupro), cocaina e alcol, la notte del 18 agosto nella stanza 15 di uno squallido motel nel quartiere Queens.

La donna, al momento unica imputata accusata di aver somministrato un mix di sostanze letale di stupefacenti a quattro suoi clienti, è ancora rinchiusa nel carcere federale di Brooklyn e non è stata scarcerata come invece aveva scritto il quotidiano online Queens Eagle il 10 ottobre. «Saremo vicino al procuratore durante il processo perché non è prevista la parte civile negli Stati Uniti – spiega l’avvocato Secci –. Nel nostro caso avremo solo la possibilità di tutelare la famiglia del nostro assistito con un supporto informale insieme all’accusa. Siamo fiduciosi perché le indagini sono state svolte molto bene».

Prosegue intanto la fase investigativa seguita dagli agenti del Fbi. Gli inquirenti stanno ricostruendo la rete dei complici della prostituta 41enne e le ultime ore dello chef lodigiano dall’incontro con Barini al decesso. Angelina Barini, in carcere di Brooklyn da fine agosto, continua a sostenere di essere innocente e scarica sul complice che l’avrebbe obbligata a uccidere le vittime. Alcuni punti oscuri restano sulle sostanze stupefacenti utilizzate e sul luogo di incontro tra Zamperoni e la Barini. 

«Gli inquirenti sono in possesso di alcuni elementi determinanti che verranno svelati solo al processo – dice ancora l’avvocato Secci –. Aspettiamo anche noi di conoscerli». A inchiodare Barini sono le telecamere della videosorveglianza che la vedono arrivare al motel insieme allo chef. La donna viene ripresa di nuovo alle 13.30, quando esce e trascina in camera un bidone della spazzatura recuperato nel vialetto. Tra quel momento e il 21 agosto, giorno in cui il corpo dello chef viene ritrovato, altra gente va e viene dalla stanza, ma non Zamperoni, che evidentemente era già morto. Nella stanza sono stati trovati cellulari, la carta di credito di Andrea, una pipa di vetro usata per fumare droga e una sega elettrica, candeggina e una valigia vuota. A far scattare l’intervento delle forze dell’ordine al motel era stata una telefonata anonima che segnalava qualcosa di sospetto in una delle stanze dello stabile. All’arrivo della polizia, nella stanza c’era però solo Angelina Barini. Nessuna traccia dei complici.