
di Carlo D’Elia
"Ci siamo presi alcuni giorni per capire come fare: la situazione è critica, ma non molliamo". Alessandra Dell’Aversana, insegnante di tennis, è la nuova titolare (da fine settembre) del centro sportivo Faustina di Lodi, in piazzale degli Sport. Per appena è un mese ha gestito corsi e attività agonistica, rispettando tutte le normative imposte dal Governo per limitare i contagi. Fino al Dpcm, il Decreto del presidente del Consiglio, del 25 ottobre che ha sospeso tutte le attività sportive non agonistiche: la Fit (Federazione italiana tennis) di conseguenza per ora ha sospeso tutte le competizioni di tennis, padel e beach tennis non riconosciute di interesse nazionale. Lo stesso ovviamente vale per gli allenamenti e i corsi per i più piccoli. Sempre in ottemperanza al nuovo Decreto l’attività nei campi coperti è consentita solo per lo svolgimento delle competizioni di interesse nazionale e per le sessioni di allenamento degli atleti agonisti abilitati a partecipare a tali competizioni.
Condizioni che rischiano di costare caro anche a una struttura storica come quella Faustina di Lodi che oltre al tennis utilizza i campi per il calcetto. "Per noi è un problema enorme e difficile da affrontare – afferma Alessandra Dell’Aversana –. Il Decreto del presidente del Consiglio permette di utilizzare gli impianti solo agli agonisti, che per noi rappresenta solo una piccola fetta del mercato. Il 90% degli utenti che vengono qui per giocare a tennis sono amatoriali, iscritti alla Fit, ma che non giocano per entrare in classifica. Per ora abbiamo scelto di chiudere gli impianti. Stiamo valutando una eventuale riapertura solo per gli agonisti che possono giocare sia all’interno che all’esterno. Aspettiamo il 24 novembre per vedere ciò che verrà deciso. Per noi è molto più pesante rispetto a marzo quando la stagione estiva era più vicina". Nella struttura, una delle più grandi del territorio, sono sei i campi da tennis a disposizione, di cui due completamente all’aperto, mentre gli altri hanno strutture aperte lateralmente (anche questi campi per il Dpcm sono ritenuti non idonei per l’attività non agonistica). "Abbiamo sempre rispettato le norme di sicurezza - si sfoga Dell’Aversana -. Il tennis è uno sport dove si gioca in due, a distanza, dove tutto avviene in sicurezza. Siamo probabilmente l’attività sportiva meno pericolosa perchè il contatto non esiste. Anche noi maestri restiamo sempre a distanza. Abbiamo sempre misurato la temperatura e i giocatori hanno avuto sempre panchine separate e spray disinfettanti. Abbiamo sempre rispettato i protocolli. I rischi di contagio qui sono più bassi".