Lodi, crolli nella Cattedrale Vegetale: il Comune affida il caso a un avvocato

E' diventato realtà l’annuncio della giunta in Consiglio

Le due colonne cadute della Cattedrale vegetale

Le due colonne cadute della Cattedrale vegetale

Lodi, 6 giugno 2019 - Dalle parole ai fatti: il Comune ha affidato l’affaire Cattedrale vegetale a un avvocato che dovrà tutelare l’ente pubblico in ogni sede legale. Una decisione sull’opera di Giuliano Mauri, inaugurata nell’aprile 2017 ma transennata da fine settembre 2018 a causa dei cedimenti, annunciata dallo stesso sindaco Sara Casanova a fine maggio in Consiglio. E ieri ufficiale con una delibera che impegna il Broletto a stanziare 7.700 euro per le spese legali.

«L’intenzione è di rimuovere le 28 colonne rimaste in piedi salvando le essenze arboree», aveva detto il primo cittadino ai consiglieri, precisando che «daremo mandato ai legali di procedere in tutte le sedi: se la struttura è durata appena due anni vuol dire che qualche problema c’era».

Per la giunta Casanova-Maggi, dietro ai crolli potrebbero esserci «responsabilità politiche molto chiare dei precedenti amministratori, alcuni dei quali ancora in Consiglio». L’avvocato Francesco Adavastro, con studio a Pavia e Milano, incaricato dal Comune dovrà occuparsi di quattro punti-chiave della vicenda: il primo riguarda direttamente gli eredi dell’artista Giuliano Mauri che qualche mese fa hanno presentato un atto di messa in mora (poi depotenziato) relativo all’uso e sfruttamento del nome Cattedrale vegetale e Giuliano Mauri con riferimento alla presunta titolarità del diritto d’autore; poi toccherà affrontare l’analisi dettagliata dei materiali, basandosi sulla perizia dell’ingegnere Emilio Angelo Cesari, per valutare lo stato di conservazione delle strutture dell’opera comprendente l’analisi del progetto esecutivo dell’opera e delle eventuali varianti costruttive.

Il legale dovrà chiudere anche il contenzioso con la ditta Veris, appaltatrice del servizio di fornitura del legname per costruire la Cattedrale. Da capire poi i risvolti economici. La Cattedrale vegetale è costata quasi 300mila euro, di cui 125mila euro di soldi pubblici stanziati da Regione Lombardia, sostenuta dalla Triennale, cui si aggiungono fondi privati. Se la Regione resta in silenzio, i privati hanno già iniziato a farsi sentire. La Fondazione Bpl, per esempio, a fine febbraio ha revocato il contributo per l’illuminazione dell’opera bloccando i 17mila euro stanziati al Broletto e riservandosi di valutare la richiesta di restituzione dei 40mila euro già erogati. Anche questa posizione, quella della Fondazione, sarà al vaglio del legale del Comune.