Caselle Lurani, 45enne trovato morto in casa: il coinquilino chiede la libertà

La notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi perse la vita il romeno Adrian Mihaes. Presentata istanza al Riesame

L’abitazione in cui fu trovato il corpo senza vita del 45enne

L’abitazione in cui fu trovato il corpo senza vita del 45enne

Caselle Lurani - È attesa in queste ore la decisione del tribunale del Riesame in merito all’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Ebrahim Hydara, il 25enne originario del Gambia accusato di aver ucciso il suo coinquilino, il 45enne romeno Adrian Mihaes, la notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi. L’udienza davanti al tribunale del riesame si è tenuta lunedì scorso, sostenuta dagli avvocati Enrico Cortesi ed Elisa Albini dello studio Boc Studio Legale di Bergamo. "Siamo in attesa della decisione solitamente trascorre circa una settimana di tempo, noi chiediamo la libertà" spiega l’avvocato Enrico Cortesi.

Hydara nelle scorse settimane ha anche chiesto di essere nuovamente sentito dal pm Aurora Stasi: "Ha chiesto lui di poter essere sentito dal pm – continua l’avvocato Cortesi –. Venerdì scorso a Lodi si è tenuto questo interrogatorio, dove di fatto Ebrahim ha di nuovo sottolineato la sua innocenza. Davanti al Pm ha anche chiarito ulteriormente quali fossero i rapporti tra lui e gli altri due. Rapporti anche economici e non solo personali. Inoltre ha anche parlato di un terzo soggetto che frequentava la casa". Ma la risposta del Riesame non è l’unica attesa, infatti quanto accaduto nell’appartamento al civico 4 di via Borsellino potrebbe essere definitivamente chiarito anche dagli esami scientifici affidati ai carabinieri del Ris: "E’ stato affidato l’incarico il primo settembre, hanno trenta giorni per depositare la loro relazione" continua il legale.

Ebrahim secondo l’accusa dopo una discussione con il coinquilino, lo avrebbe colpito a morte con un fendente alla gola. Quindi si sarebbe allontanato dall’abitazione per ritornare la mattina dopo. Il 25enne si è però sempre professato innocente, sottolineando che lui si era allontanato dall’appartamento prima dell’omicidio, ovvero dopo che il padrone di casa, D.B., gli aveva ricordato che l’indomani avrebbe dovuto abbandonare la casa. Ebrahim ha raccontato di essere sceso in strada a prendere le casse sul furgone, per ricaricarle, ma quando è risalito si trovato chiuso fuori. Quindi avrebbe trascorso la notte in un parco, tornado all’appartamento la mattina successiva, dopo che due amiche gli hanno detto quanto accaduto. Secondo gli inquirenti invece il 25enne avrebbe lasciato l’abitazione, fuggendo da un balcone sul retro poco prima dell’arrivo dei carabinieri.

La mattina dopo si era svolta una specie di caccia all’uomo per poterlo rintracciare, al setaccio era stata passata anche parte della campagna circostante. La mancanza del pericolo di fuga e la reiterazione del reato sono gli elementi su cui si basa il ricorso presentato al Riesame, così come lo stesso avvocato Enrico Cortesi aveva sottolineato nell’immediatezza dell’interrogatorio di garanzia. La vittima, Adrian Mihaes, era rientrata qualche tempo prima in paese, dopo aver trascorso un periodo di tempo in Romania con i parenti. Quanto accaduto aveva certamente turbato nel profondo l’intera comunità, essendo il borgo piuttosto tranquillo.