Sparò e uccise il ladro nel suo locale, colpo di scena in Appello: “Servono nuove indagini”

Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo fu assolto in primo grado perché venne stabilito che il colpo partì accidentalmente: ora i giudici chiedono una nuova perizia balistica

Mario Cattaneo

Mario Cattaneo

Casaletto Lodigiano (Lodi) – La Corte d'Appello di Milano riapre il caso di Mario Cattaneo, l'oste di 73 anni di Casaletto Lodigiano che nel processo di primo grado era stato assolto dall'accusa di aver ucciso un ladro. Nella prossima udienza sarà assegnato l'incarico per una nuova perizia balistica.

Nella notte tra il 9 e il 10 marzo del 2017, Cattaneo aveva subito un furto di sigarette nel suo locale nella frazione Gugnano e affrontò la banda di malviventi uscendo dalla propria abitazione con uno dei suoi fucili da caccia, carico. Partì uno sparo a pallini che a circa 5 metri di distanza colpì alla spalla sinistra un romeno di 32 anni, ritrovato morto il mattino dopo davanti al cimitero della frazione.

Dal processo di primo grado, che tre anni fa aveva visto assolvere Cattaneo dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa, era emerso che un complice della vittima aveva strattonato l'oste, anche afferrando il fucile, facendolo cadere. E sia la perizia balistica del Ris di Parma che era stata richiesta dalla Procura di Lodi sia quella difensiva di Cattaneo avevano suffragato la tesi dello sparo non voluto, dal basso verso l'alto, provocato dalla caduta con l'arma in mano o dallo strattonamento della canna.

A questa ricostruzione era seguita l'assoluzione "perché il fatto non sussiste”. La Procura di Lodi aveva, però, proposto appello. Ora, dopo aver risentito i principali testimoni, la Corte d'Appello di Milano ha disposto che nella prossima udienza, il 23 ottobre, venga assegnato l'incarico per una nuova perizia balistica, per la quale la corte ha convocato uno dei massimi esperti della polizia scientifica di Milano.

La vicenda di Mario Cattaneo aveva riacceso il dibattito politico sulla legittima difesa e nella sua osteria erano arrivati anche Umberto Bossi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni a portare solidarietà. E la norma era stata anche modificata nei mesi successivi. L'assoluzione in primo grado era arrivata perché lo sparo fu ritenuto un incidente, senza approfondire se l'imprenditore fosse o meno legittimato in quelle circostanze a premere il grilletto; fu ritenuto infatti che lo sparo non fosse stato volontario.