CARLO D’ELIA
Cronaca

Casa di riposo, è allarme spese Le rette rischiano il ritocco all’insù

Lodi, si confida nei fondi stanziati dalla Regione proprio allo scopo di risollevare le strutture

di Carlo D’Elia

Un anno fa la decisione drastica di tornare a chiudere gli accessi. Oggi nelle case di riposo lodigiane, che accolgono 1.500 ospiti circa, dove solo nella prima ondata della pandemia furono registrati 279 decessi per Covid (il triplo della mortalità registrata gli altri anni) la situazione è molto diversa. Il virus fa meno paura grazie alla campagna vaccinale e alle precauzioni, che hanno permesso alle strutture di tornare a essere quasi del tutto piene di ospiti. Quello che resta però sono le conseguenze economiche. Per la Fondazione Santa Chiara, sotto la guida da gennaio scorso di Giovanna Invernizzi, il 2021 è stato l’anno della ripresa. La struttura, che oggi ospita 255 anziani, sta facendo i conti con pesanti difficoltà di bilancio (lo squilibrio economico relativo al 2020 si aggirerebbe intorno a 1 milione di euro). Le spese di gestione, già nel 2019, avevano avuto un ammontare di quasi 12 milioni di euro, in crescita di 302mila euro (corrispondenti ad un +2,6%). E nel 2020 e 2021 avranno sicuramente registrato un’impennata: per capirlo basta analizzare il costo delle mascherine che con la pandemia, rispetto al 2019, è aumentato anche di cinque volte.

Difficile credere che tutto questo, al netto dell’intervento della Regione che ha stanziato diversi milioni di euro per risollevare le Rsa lombarde, non avrà ripercussioni sulle rette. A Santa Chiara, per esempio, il prezzo delle rette è rimasto invariato nel 2021. Sarà però difficile confermare questa linea anche per il prossimo anno (ieri, pur cercati, è stato impossibile avere dichiarazioni dai vertici, ndr). A questo poi s’aggiunge la procedura presso l’Ats, che il Broletto ha aperto a febbraio in seguito alla mancata nomina di Paolo Caretta, il 62enne odontoiatra di Lodi, che era stato scelto attraverso un avviso pubblico dall’amministrazione comunale per la guida della Fondazione. Il cda aveva preferito l’allora vicepresidente Invernizzi, scatenando enormi tensioni nella maggioranza.