Caso piscine, via all’appello bis: il procuratore chiede la condanna per l’ex sindaco di Lodi Uggetti

In primo grado era stato condannato a dieci mesi per turbativa d’asta. Il difensore Roveda è fiducioso

Il pg chiede la conferma a 10 mesi per l'ex sindaco di Lodi

Il pg chiede la conferma a 10 mesi per l'ex sindaco di Lodi

Lodi – È iniziato, ieri a Milano, il processo di appello bis a carico dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti. L’ex primo cittadino del capoluogo era stato assolto in secondo grado il 25 maggio 2021, ma ora sta affrontando un nuovo procedimento giudiziario sulla base della sentenza emessa, a fine marzo 2022, dalla Corte di Cassazione. In precedenza, appunto, l’amministratore era stato assolto dall’accusa di turbativa d’asta, contestata in concorso, riferita al “caso piscine”: il 3 maggio 2016 Uggetti era finito in carcere per l’ipotesi di “turbata libertà degli incanti“ perché, secondo l’accusa, avrebbe influito indebitamente sulla predisposizione del bando di gara per la gestione, della durata di sei anni, delle piscine lodigiane di via Ferrabini e del parco del Belgiardino. Sempre secondo l’accusa, Uggetti avrebbe fatto vedere anche una bozza del bando ad amministratori della società mista Sporting Lodi prima della sua pubblicazione.

In primo grado, il Tribunale di Lodi aveva condannato l’ex sindaco a 10 mesi di reclusione, con pena sospesa, ma a seguire, la corte d’appello aveva ribaltato il giudizio, spiegando che il sindaco sarebbe rimasto "entro il margine di intervento" di indirizzo politico amministrativo concesso anche dalla legge regionale di riferimento e non ci sarebbe stata "collusione" e quindi il sotterfugio per far prevalere una realtà sulla concorrenza. La Procura generale di Milano non si è però arresa e ha presentato il ricorso in Cassazione ed è quindi ripartito tutto.

Ieri in tribunale il procuratore generale Massimo Gaballo, ha chiesto la conferma dei 10 mesi dati in primo grado e l’udienza è stata rinviata al 20 luglio. "Non eravamo in udienza dedicata, ma c’erano anche altri procedimenti – dichiara l’avvocato Gabriele Roveda difensore di Uggetti – la Corte ha capito che il nostro caso necessitava di più articolazione e ha rinviato l’udienza al 20 giugno mentre la sentenza è attesa per il 5 luglio. Ci sono ragioni in fatto e in diritto che consentono alla Corte di argomentare nel senso indicato dalla Corte di Cassazione, colmando lacune argomentative. Dipende dalla sensibilità dei giudici. È stata lunga, contiamo 7 anni e 20 giorni dall’arresto e l’imputato è ovviamente un po’ provato".