
Carlo Cracco, 51 anni, con Amalia Nichetti, 41 anni
Lodi, 24 novembre 2016 - La partecipazione alla finale di Hell’s Kitchen Italia (reality show in onda su Sky) è stato per Amalia Nichetti, 41 anni, ristoratrice lodigiana e titolare assieme al marito Vittorio Romeo del ristorante "Gaffurio" di Lodi, il coronamento di un bel percorso nelle cucine di chef Carlo Cracco. Anche se a sfuggire è stata la ciliegina sulla torta, cioè la vittoria di questa edizione del talent show culinario, l’ex concorrente non esita a definirsi soddisfatta dell’esperienza.
Com’è nata l’idea di partecipare a Hell’s Kitchen?
"Non è stata un’iniziativa mia, ma di mio marito, che mi ha iscritta ai casting. Non ho un carattere molto da reality, ma visto il buon esito delle selezioni, ho deciso di giocarmela al meglio».
Lei ha iniziato molto presto la sua carriera nella ristorazione, aiutando la sua famiglia nei ristoranti di vostra proprietà. Che cosa ha aggiunto in termini di esperienza e di crescita la sua partecipazione a Hell’s Kitchen?
"Sono partita forse in sordina in quello che è un reality vero e proprio, costituito da molti aspetti stimolanti, ma caratterizzato anche da una forte pressione psicologica, tutti stimoli a tirare fuori la grinta. Ho imparato anche molto cercando di vedere i pregi negli altri concorrenti; ho imparato molto per esempio da Guglielmo e Carlotta (altri due finalisti e Carlotta è anche la vincitrice, ndr) in termini di organizzazione, una qualità che manca al mio lavoro. Inoltre ho imparato come si lavora in una vera brigata di cucina: non mi sono formata a scuola nella ristorazione ma da autodidatta, riuscendo comunque ad accumulare un discreto successo. In definitiva, quella di Hell’s Kitchen è stata per me un’esperienza di crescita personale e professionale. I rapporti con i personaggi e soprattutto con chef Cracco sembrano molto duri visti agli occhi degli spettatori".
E da concorrente?
"Dagli altri concorrenti c’è molto da imparare, anche se naturalmente ognuno gioca per vincere. Credo che Cracco abbia stimolato le mie capacità culinarie e instaurato un buon rapporto con me. È severo, ma anche disponibile a capirci e ad aiutarci a venire fuori: per esempio una volta mi ha sgridata in dispensa, ma quando mi ha vista replicargli mi ha sorriso sornione, facendomi capire che voleva proprio vedermi reagire".
A quali progetti ha intenzione di dedicarsi ora?
"Ho in mente di aumentare l’uso di erbe selvatiche, frutta e verdure nei miei piatti, per realizzare una cucina più salutare. Sto anche pensando a un altro paio di progetti culinari, ma è tutto in via di definizione".
Come ha reagito la sua famiglia alla sua scelta di entrare a Hell’s Kitchen?
"Mio padre, tradizionalista e severo al lavoro, all’inizio era scettico, ma poi è stato per lui motivo di orgoglio vedermi lavorare con un professionista come Cracco".