
di Paola Arensi
Housing sociale, al via il progetto Riabita. È stato presentato ieri, nella sede di Fondazione Comunitaria Provincia di Lodi, “Rete per l’Integrazione Abitativa“ che ha per capofila l’Ufficio di Piano di Lodi e come partner diverse realtà istituzionali. Per le dimissioni protette sarà garantito l’inserimento di 12 persone, per le famiglie numerose di 10 famiglie o donne – nelle case messe a disposizione da patner del terzo settore: a Castiglione dalla Cooperativa il Sorriso; a Brembio da Famiglia Nuova; a Sant’Angelo da Casa Barasa – Dal punto di vista economico, si conta su un contributo regionale di 40mila euro per gli inserimenti abitativi e di Fondazione per 28mila euro, destinati agli accompagnamenti educativi. Sono intervenuti alla presentazione Ilaria Gandini, responsabile dell’Ufficio di Piano dell’ambito di Lodi; Giovanna Gargioni, presidente dell’Assemblea dei sindaci; Mauro Parazzi, presidente di Fondazione Comunitaria; Bianca Gritta, dirigente delle Attività sociosanitarie del territorio; Cristina Baroni, segretario generale Fondazione Comunitaria.
"Il progetto sulle politiche abitative finanziato da Fondazione e Regione – ha introdotto Giovanna Gargioni – unisce la parte sanitaria con la parte sociale e socioassistenziale. Agganciando le persone fragili, che magari sono state ricoverate in ospedale e hanno un problema abitativo, da sole o con il proprio nucleo familiare, le si porta all’autonomia. L’Ufficio di Piano sta lavorando affinché tutti i Comuni lodigiani abbiano le stesse risposte". Ilaria Gandini ha poi illustrato: "Parliamo di percorsi di dimissione protetta, che riguardano persone che non possono rientrare dopo le cure ospedaliere al proprio domicilio. Negli ultimi anni sono infatti aumentate le richieste di sistemazione provvisoria. Si valuteranno i bisogni con l‘Azienda sociosanitaria, incaricata di segnalarli".
La seconda linea d’intervento riguarda l’housing sociale per donne e famiglie numerose, in condizioni di fragilità economica e psicosociale dovute in particolare alla pandemia. "Con Asst un’équipe integrata valuterà i casi complessi, sia di tipo sociale sia sanitario. Poi sarà definito un progetto personalizzato, finalizzato all’autonomia".