LAURA DE BENEDETTI
Cosa Fare

Ecco come rinasce l’Isolotto Achilli/FOTO

Via i rifiuti, in mezzo all'Adda tornano alberi da frutto, panchine e un santuario. Da settembre sarà possibile visitarlo

L'oasi in mezzo all'Adda

Lodi, 11 agosto 2016 - Grazie ai volontari dell’associazione ‘Num del Burgh’, l’Isolotto Achilli, piccolo paradiso al centro del fiume Adda, è tornato a vivere e, da settembre, sarà fruibile a tutti con eventi e gite. L’isolotto, visibile dal ponte e dal LungoAdda Bonaparte, appartenuto a Enrico ‘Kilu’ Achilli (1893-1985) è uno dei simboli della città: fu proprio il ragioniere, bersagliere ciclista, giornalista, "fascista di fede" come lo ricorda il critico Tino Gipponi (aveva fondato la locale sezione fascista nel ’21 ma venne espulso sette volte; dopo la guerra venne assolto dall’accusa di collaborazionismo), a promuovere momenti conviviali e feste danzanti nell’oasi verde al centro del fiume, cui si accedeva grazie a un ponte creato, per l’occasione, con le barche.

Ora ‘Num del Burgh‘ ha ribattezzato quest’isola di 200 per 50 metri ‘Roccocò’, nome del primo giornale in cui Achilli iniziò a scrivere le cronache e satire per fondare poi Rinascimento, in cui i leoni del protiro del Duomo, ribattezzati Cinzia e Mustafà, si raccontavano il gossip di Lodi. "L’isolotto era pieno di alberi da frutta e noi ragazzi attraversavamo a nuoto l’Adda per rubare qualche prugna o pera; nel maggio del ’52 ci sorprese il custode, io finii nel filo spinato che circondava l’isola: mi ricucirono la gamba con quattordici punti", ricorda Pino Monticelli, mostrando la cicatrice. Molti ricordano anche che, in seguito, con la prima briglia a valle del ponte, durante le secche, all’isola si approdava a piedi.

Quella striscia di terra lambita dall’Adda venne poi acquisita da alcuni soci dell’Isola Caprera; la piena del 2002 e la successiva corrosione devastarono l’isolotto al punto che, il 4 novembre 2008, la casotta al centro sprofondò nella corrente; fu l’amministrazione guidata da Lorenzo Guerini a mettere fine a una disputa tra proprietà e Aipo e a inserire l’assestamento dell’area tra le opere spondali finanziate con 1,7 milioni di euro. Ora c’è un progetto del Fai da 200mila euro, per ricostruire quel piccolo edificio. Intanto, grazie a quattro volontari di Num del Burgh, Luciano Cipolla, Stefano Fabene, Patrizia Beghi e Giulia Cantoni, che, sotto l’egida del presidente Gino Cassinelli, hanno lavorato per un anno, l’Isolotto è riaperto: "Abbiamo portato via due camion di immondizia abbandonati da chi ha bivaccato qui negli ultimi anni e tolto il fango che riempiva l’arena circondata da colonne (su due sono ancora leggibili nomi fatti incidere da Achilli: Luciano Gelmini ed Enrico Spelta, ndr). Abbiamo ripiantumato alberi da frutta, kiwi, pere, fico, caco, ciliegio, melograno, recuperato piante di rose, il pozzo dell’acqua grazie a una pompa collegato ad una doccia; coi resti di tronchi abbiamo creato panchine e un piccolo santuario; stiamo realizzando un bagno e una tenda con pavimentazione fatta di sassi dell’Adda, un orto". 

Num del Burgh (col patrocinio di Comune, Familia Ludesana e Bcc Laudense) offre la possibilità di visite o feste di compleanno sull'Isolotto Achilli, su prenotazione (348 - 3131816).