Busto Garolfo, l'ex Rimoldi venduta all'asta con maxi sconto: quando parte la demolizione

L'area dove sorgeva la storica azienda è gravemente contaminata da sostanze inquinanti

Uno dei capannoni dell'ex Rimoldi

Uno dei capannoni dell'ex Rimoldi

Busto Garolfo (Milano) - "Si va verso la veloce soluzione di un problema ambientale, presente da decine di anni". Così il sindaco Susanna Biondi ha commentato la notizia dell’aggiudicazione all’asta per una cifra tra 450-600mila euro dell’area un tempo appartenuta alla Rockwell-Rimoldi.

Dopo cinque tentativi del Tribunale di Busto Arsizio per ottenere una cifra superiore al milione, il funzionario incaricato ha dovuto arrendersi tagliando progressivamente di oltre la metà il valore stimato per i terreni e i quattro capannoni dell’allora colosso nella costruzione di macchine da cucire. Ci sono volute qundi ben 6 aste pubbliche per arrivare a un compratore. Le aste giudiziarie iniziate tre anni fa erano andate tutte deserte. A spaventare gli investitori la questione ambientale che per la Rimoldi di Olcella non sembra di poco conto.

Dopo il fallimento dichiarato nel dicembre 2003 della Rimoldi-Necchi, subentrata alla Rockwell, e la cessazione delle attività, si è aperto un problema ambientale. All’interno dei capannoni di via Montebello era attivo anche un reparto di trattamenti galvanici con relativo utilizzo di prodotti chimici altamente inquinanti che hanno lasciato il segno nel sottosuolo toccando le falde acquifere più vicine alla superficie.

Negli anni precedenti erano state attivate barriere idrauliche con pompaggio dell’acqua per evitare di aggravare la situazione e intaccare le fonti idriche in profondità. Il neo proprietario dovrà proprio fare i conti con queste problematiche: l’apertura dei cantieri è subordinata alle operazioni di bonifica.