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Crisi alla Zucchi di Buffon: chiesto il concordato preventivo

Il concordato preventivo prenotativo consente di congelare gli effetti del fallimento e per qualche mese l'azienda deve procedere in una situazione di equilibrio: punto interrogativo sul futuro dei dipendenti

Gianluigi Buffon (LaPresse)

Rescaldina (Milano), 23 aprile 2015 - E' stata depositata al tribunale di Busto Arsizio la domanda prenotatoria per il concordato preventivo in bianco del Gruppo Zucchi, come deciso lunedì dall'assemblea degli azionisti in vista dell'accordo con le banche sulla ristrutturazione del debito. E' quanto è stato comunicato ai sindacati, nel corso del previsto incontro con la direzione del gruppo. "La situazione è grave, oltre che molto complessa - ha affermato in una nota Luigi Cannarozzo, segretario generale aggiunto Femca Lombarda -. Il concordato preventivo prenotativo consente di congelare gli effetti del fallimento e per 2/4 mesi l'azienda deve procedere in una situazione di equilibrio, può limitarsi a pagare i fornitori per il corrente e non il vecchio. Questo però vale anche per le retribuzioni: i dipendenti Zucchi-Bassetti questo mese riceveranno quel che loro spetta solo dal 23 al 30 aprile. E sul futuro del gruppo e dei posti di lavoro grava un enorme punto interrogativo". Nell'incontro l'azienda ha ribadito la necessità di arrivare a un accordo con le banche entro la fine di giugno e ha inoltre ribadito la necessità di una riduzione ulteriore dei costi strutturali. "Siamo molto preoccupati perché non è ancora stato chiarito quali saranno le ricadute occupazionali - ha spiegato Cannarozzo - Entro 10/15 giorni sarà nominato un commissario che dovrà gestire la situazione in vista dell'accordo con le banche e nel frattempo ricercare qualcuno che voglia investire come minimo 10-15 milioni o acquisti una parte del brand". Il prossimo incontro coi sindacati è fissato per il 13 maggio. "Certamente non accetteremo che l'accordo con le banche sulla ristrutturazione del debito - ha concluso il segretario della Femca Lombardia - si faccia solo e ancora una volta sulla pelle dei lavoratori, a prezzo di nuovi licenziamenti".