REDAZIONE LEGNANO

Voli (e bagagli) fermi a Malpensa "Il 19 maggio sciopereremo ancora"

Voli (e bagagli) fermi a Malpensa "Il 19 maggio sciopereremo ancora"

Turni massacranti per portare

a casa un salario appena dignitoso ma che in realtà, col

costo della vita in Lombardia,

è sotto i livelli minimi di sussistenza. Un dipendente

del settore carico e scarico merci – il termine inglese oggi

in voga è handling – porta a casa a fine mese fra i 1.200 e i 1.300 euro. Ma solo quando lavora nei festivi e di notte.

Un contratto che non viene rinnovato da sei anni e che non tiene conto dell’impennata

dell’inflazione. Sono questi

gli ingredienti del fortissimo

malcontento dei 2.500 dipendenti in servizio a Malpensa – sia nell’ambito

passeggeri sia in quello commerciale – che venerdì

hanno bloccato lo scalo (lo

sciopero era nazionale ma

l’impatto è stato minore, per

esempio a Linate) con uno sciopero durato fino alla

mezzanotte che ha causato la cancellazione di un’ottantina

di voli pari al 40 per cento di quelli programmati venerdì. "C’è stata una forte partecipazione, fino al 70 per cento della forza lavoro, come forte è la rabbia di chi è sottoposto a turni durissimi

e a carichi e mansioni che lo sono altrettanto per un salario ormai ai minimi termini – racconta Luca Pistoia dell’esecutivo lombardo

del sindacato di base Usb –. L’associazione di categoria

Assohandlers chiede ancora più flessibilità; noi chiediamo invece che si chiudano

le trattative e che si firmi

un contratto che garantisca

stipendi dignitosi". Salari congelati come se il costo

della vita non esistesse, orari

e turni che possono arrivare a coprire l’intero arco di una settimana. È stato calcolato

che il mancato adeguamento

degli stipendi ha determinato

una perdita salariale di circa

5mila euro per ogni lavoratore.

Per questo Usb e le altre sigle

sindacali non demordono.

Se non si arriverà alla fatidica firma Malpensa, Linate e gli altri scali si bloccheranno di nuovo il prossimo 19 maggio.