Violenza di gruppo La vittima si sfoga in tv La reprimenda del pm: "Scelta inopportuna"

"Un no resta un no": la giudice conferma la condanna per i tre responsabili

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di Anna Giorgi

La vittima di uno stupro o di una condotta violenta può essere ritenuta credibile anche se va in televisione a raccontare quanto le è successo? O, ancora, se si fa dei selfie in tribunale dopo le udienze? Cioè la spettacolarizzazione volontaria da parte della vittima della sua sofferenza o di un evento così tragico intacca la sua credilità? E ancora: è attendibile nel parlare di violenza se ha accettato di essere pagata?

La risposta, destinata a fare giurisprudenza, la offre la motivazione della gip Alessandra Di Fazio alla conferma del carcere per i due stupratori. "Non intaccano l’attendibilità del racconto reso da una vittima di violenza sessuale alcune condotte della donna, dipese da inesperienza e giovane età, come l’essere andata a raccontare quanto accadutole in un noto programma televisivo" e l’aver fatto "un video social uscita dal Tribunale". Così la gip nell’ordinanza con cui ha confermato la custodia cautelare per due albanesi arrestati il 12 novembre, nell’inchiesta coordinata dal pm Rosaria Stagnaro, per aver abusato per quasi 12 ore di una 23enne, conosciuta in una discoteca della zona della movida milanese e portata nella stanza di un motel a Cornaredo, nel Milanese. Per un terzo giovane, sempre accusato dello stupro di gruppo, il giudice, invece, ha modificato la misura negli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, tenendo conto del fatto che è incensurato.

Riguardo ai comportamenti della giovane, dopo l’arresto dei violentatori, la gip spiega di non apprezzare la "spettacolarizzazione della vicenda", ma chiarisce che queste condotte "inopportune", comunque, "non intaccano l’attendibilità" della 23enne, data "va valutata senza giudizi morali". Tra gli arrestati Alvardo Agaraj, 21 anni, in carcere per aver ucciso un 45enne davanti ad un bar a Cornaredo. I tre si erano difesi sostenendo che la giovane fosse stata pagata. La 23enne, scrive la gip, ha spiegato che aveva accettato un’offerta di mille euro per avere rapporti con uno, ma che poi fu "obbligata" a subire abusi da tre. Ogni "tentativo" di screditarla, secondo la giudice, "è irrilevante", quella notte "più volte aveva pregato i ragazzi di smettere".