
Il vecchio ospedale di Legnano
Legnano (Milano), 22 luglio 2020 - «Quella della cittadella delle fragilità è una grande sfida. Siamo a buon punto, sono già stati fatti alcuni collaudi su una parte della struttura". Sa di impegno al quale non si può sfuggire l’annuncio - arrivato subito prima della “bomba” del ritorno del servizio di guardia medica da Parabiago a Legnano entro poche settimane - dato dall’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera, durante la presentazione di Carolina Toia come candidata sindaco della coalizione di centrodestra composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia alle Amministrative legnanesi del 20 e 21 settembre. Quella della “cittadella della fragilità” è un’idea che investe il vecchio ospedale di Legnano da dieci anni, da quando cioè la struttura è diventata “il vecchio ospedale”. E il progetto risale a poco dopo.

Da qualche mese sono comparse le impalcature nell’enorme area del vecchio ospedale. Impalcature che a oggi coinvolgono soltanto una palazzina all’ingresso di via Candiani. Anzi, ex ingresso visto che i tanto sbandierati interventi di riqualificazione della ex portineria non sono mai stati messi in atto. Basta infatti passare da via Candiani per accorgersi di quanto l’unica cosa che alberghi stabilmente nella ex portineria sia il degrado. Che gli interventi di riqualificazione riguardino l’altra portineria, ovvero quella di via Canazza? Anche qui un buco nell’acqua: la struttura a quell’ingresso è desolatamente deserta, consumata dall’abbandono e dagli agenti atmosferici e con appeso un calendario di qualche anno fa. Quindi quei lavori che, a fine 2018, l’allora Amministrazione comunale e gli enti coinvolti sbandieravano come in avvio e conclusione nel giro di otto mesi che fine hanno fatto? Sicuramente non fanno parte della portineria. Nella palazzina accanto, però, qualcosa si sta muovendo. Il cartello all’ingresso del cantiere recita “Data consegna lavori 23 gennaio 2019” per un costo totale dei lavori di oltre due milioni di euro. Quindi i lavori sarebbero stati affidati un anno e mezzo fa. Effettivamente, togliendo il periodo dell’emergenza sanitaria che ha bloccato tutti i cantieri e anche le settimane in cui dal 2019 il meteo non è stato favorevole, le tempistiche potrebbero essere accettabili. Rimane il fatto che difficilmente potrebbero essere già stati effettuati collaudi significativi, o almeno tali da giustificare ottimismo in merito a una consegna veloce della palazzina, su un edificio che risulta ancora del tutto “impacchettato”.
Il paradosso principale della “cittadella delle fragilità” riguarda però la sicurezza: nella struttura dovrebbero entrare centinaia di utenti, si prevede con un ingresso dedicato e ben delimitato, eppure a oggi chiunque si rechi ai poliambulatori può poi passeggiare senza alcun tipo di sorveglianza o limitazione in tutta l’enorme area abbandonata circostante. Nella quale si possono notare anche sacchi di rifiuti e pneumatici lasciati a terra da chi, probabilmente, ha proprio sfruttato l’assenza di sorveglianza. Se la “cittadella delle fragilità“, che dovrebbe occuparsi anche di garantire assisten za a chi non trova nell’ospedale vero e proprio soluzioni definitive, dovesse davvero diventare operativa in tempi brevi, probabilmente bisognerebbe anche pensare a mettere in sicurezza edifici che attualmente non sono in condizioni ottimali e a creare percorsi protetti per gli utenti.