Un terreno rebus per il sindaco

Legnano Patrimonio vuole sbarazzarsi di un’area in zona Sabotino per far quadrare i propri bilanci

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di Paolo Girotti

Provare a chiudere una vicenda che si trascina da anni e che ha già causato notevole imbarazzo, oppure tenere fede a un indirizzo espresso in campagna elettorale e che mette la tutela del territorio al primo posto? L’amministrazione di Lorenzo Radice sembra si trovi di fronte a questo dilemma per quanto riguarda il terreno in vendita tra via Menotti e via Sabotino, unico bene ancora "in pancia" a Legnano patrimonio, società nata nel 2008 per la cartolarizzazione dei beni del Comune.

Come scritto qualche giorno fa, la vicenda è a un bivio perché i creditori di Legnano Patrimonio chiedono di chiudere i conti e, allo stesso tempo, è stata presentata la richiesta di un parere di fattibilità per una soluzione che porterebbe alla vendita del già citato terreno, bloccato da oltre un decennio, a un operatore interessato solo a questa condizioni. Cosa prevede, dunque, la richiesta di parere di fattibilità, presentata lo scorso 12 novembre? Il parere preventivo riguarda la realizzazione su questo terreno (come all’ultima asta, il terreno integra anche la ex piazzola rifiuti di Amga e terza parte di un privato) di due edifici commerciali, uno alimentare con una superficie di vendita di 1.500 metri quadrati e uno non alimentare da 800 metri quadrati, e di tre edifici residenziali su quattro piani fuori terra (6.700 metri quadrati di superficie lorda).

La richiesta è firmata da Marco Tajana in quanto amministratore di Legnano Patrimonio. Il Comune ha novanta giorni di tempo, il che significa che entro il 12 febbraio, dunque ancora due settimane, un sì o un no dovrà arrivare. Niente di definitivo, ma certo il primo passo per arrivare a districare la matassa di Legnano Patrimonio facendo diventare un ricordo le disavventure di questa società. Dove Radice rischia, dunque, di cadere nell’incoerenza, pur facendo un passo per risolvere, in caso di accettazione della proposta, l’annosa questione? Perché le tutela del territorio da nuovi insediamenti era stato un cavallo di battaglia durante l’ultima e ancora vicina campagna elettorale, anche quando si era trattato di discutere dell’area che sta proprio dall’altra parte della strada, in viale Sabotino. Proprio a riguarda di quell’intervento era stato lo stesso Radice a sbilanciarsi spiegando che la soluzione passa dal chiedere di più "sul piano della sostenibilità integrale: verde, mobilità protetta e anche confronto con l’operatore per spingere a insediare attività utili alla comunità".