Truffati dall'immobiliare a Parabiago, ora rischiano anche la casa

Cinque famiglie sono rimaste coinvolte nel fallimento di un’immobiliare

Un cantiere

Un cantiere

Parabiago (Milano), 14 giugno 2018 - «Un fallimento immobiliare nel quale non vengono applicate le norme previste dalla legge». A denunciarlo è Riccardo De Benedetti, vicepresidente di Assocond Conafi, che punta il dito contro la situazione che si è venuta a creare per la Residenza Sant’Ambrogio di Parabiago. Un fallimento dichiarato sulla carta il 14 marzo del 2017, giorno il cui la sezione fallimentare del tribunale di Milano ha aperto la procedura di liquidazione davanti al giudice Sergio Rossetti. La sede legale dell’immobiliare era in piazza della Stazione 59. Ad essere coinvolti nel crack immobiliare sono stati cinque nuclei familiari, residenti a Parabiago. Per loro un paradosso: hanno perso sia i soldi versati sia la casa. «Una famiglia di queste era residente all’interno della casa acquistata - spiega De Benedetti -. Lo schema è lo stesso di altri fallimenti: l’immobiliare Residenza Sant’Ambrogio srl di Parabiago vende sulla carta cinque appartamenti ad altrettante famiglie. Non applica l’obbligo di legge di garantire con fideiussione i soldi anticipati dai promissari acquirenti, che quindi da subito hanno rischiato e poi perso i soldi. Adesso queste famiglie si trovano intrappolate nella procedura fallimentare».

La richiesta al curatore fallimentare Davide Antonio Lambicchi da parte della Assocond-Conafi è stata quella almeno per una famiglia di riconoscere il diritto di prelazione: «È previsto dal decreto legislativo 122 in vigore dal 2005 a tutela delle famiglie vittime di fallimenti immobiliari ad opera di operatori senza scrupoli. Ma i cosiddetti professionisti nominati dal Tribunale, si guardano bene dall’applicare le norme di legge previste dal Parlamento a tutela dei cittadini. Hanno rifiutato pure gli ottomila euro dell’indennità di occupazione».

Soldi quindi persi e il valore contabile degli acconti ricevuti dai promissari acquirenti ammonta a 429.234,55 euro. «Il curatore in questi giorni, dopo aver rifiutato anche il pagamento della cosiddetta indennità di occupazione, minaccia formalmente lo sfratto delle famiglie dai loro appartamenti. Si tratta di una situazione tanto drammatica quanto incomprensibile proprio alla luce di quelli che sono gli strumenti di legge introdotti da più di dieci anni a tutela dei cittadini» sottolinea Riccardo De Benedetti.