Rescaldina: l’omicidio di Jinny. In aula i due pusher rivali

Mohamed El Moundiry ed Elhabib Rahouim compariranno a breve davanti al gup, sono accusati di aver ucciso lo spacciatore 25enne. La loro difesa non ci sta: “Eliminato dal fuoco amico”

Rilievi sul luogo dell'omicidio

Rilievi sul luogo dell'omicidio

Rescaldina – Omicidio Jinny: fra poco l’inizio del processo. Per tutti il pusher ucciso lo scorso anno, il 25enne nord africano Bouda Oudia, era Jinny. Adesso i suoi presunti carnefici compariranno a breve davanti al gup Bossi per l’udienza preliminare.

Gli imputati

Nel novembre scorso per questo omicidio furono arrestati e messi in carcere Mohamed El Moundiry ed Elhabib Rahoui, due membri di una banda rivale che si spartisce le zone dei boschi del Rugareto per lo spaccio di droga. La tesi della difesa dei due uomini è invece quella di incolpare della morte di Jinny la stessa gang di cui faceva parte il nordafricano, a causa del cosiddetto fuoco amico.

In particolare ad ucciderlo, secondo la tesi della difesa dei due uomini in carcere, sarebbe stato un suo amico: Hassan Benkhadra, poi sparito in Spagna. Altri due uomini, sempre nordafricani, legati in qualche modo al delitto sono attualmente latitanti. Si tratta di Abdelatif Bouda e Mohamed Hakmaoui.

Lo spaccio non si ferma

Lo spaccio nei boschi del Rugareto e in quelli dei mughetti intanto prosegue senza sosta. Di ieri è l’operazione dei carabinieri del battaglione Cacciatori. Sul posto per sei ore sono riusciti a fermare cinque persone. Uno di questi è riuscito a scappare, mentre altri due sono stati liberati dal gip di turno. In carcere oggi ne restano solo due. Due nordafricani con addosso eroina, cocaina, panetti di hashish, oltre 4mila euro e 50 franchi.

I due liberati dell’autorità giudiziaria sarebbero invece due consumatori abituali: una ragazza svizzera e uno slavo, forse inseriti nel mondo dello spaccio come sentinelle pagati con la droga dall’organizzazione. Ai carabinieri lo slavo avrebbe spiegato di essere ammalato di leucemia. La svizzera di essere una consumatrice di droga. Entrambi sono stati messi in libertà per mancanza di indizi.

Rimane adesso l’incubo che passato l’ennesimo blitz sul posto delle forze dell’ordine, le gang dello spaccio si siano in qualche modo organizzate per tornare ad occupare più spazi possibili e che la guerra dei narcos nordafricani non si sia mai fermata. Sono in molti a pensare che nascosti nei boschi dei mughetti ci siano arsenali completi come quelli trovati nell’ultima operazione antidroga, voluta dal pubblico ministero Ciro Caramore.