
di Paolo Girotti
Un nodo alla cravatta arancione d’ordinanza, seppur non indossata in occasione della serata: un nodo da non sciogliere fin quando non sarà finito il mandato, così da ricordarsi giorno dopo giorno il lungo elenco di promesse fatte ai legnanesi e da mantenere nei prossimi quattro anni e mezzo. Ha scelto di affidarsi a questa immagine simbolica Lorenzo Radice in occasione del primo discorso ufficiale, pronunciato in aula poco prima del giuramento di venerdì sera. Un primo Consiglio comunale anomalo così come tutto questo 2020, con consiglieri e assessori distanziati fino a invadere le poltroncine dedicate al pubblico (non ammesso in sala) e tutti con mascherina regolarmente indossata. Nel discorso d’esordio Radice ha anche “salutato” e in un certo senso ringraziato per il lavoro fatto quattro dei sindaci che l’hanno preceduto a palazzo Malinverni. Scontato il riferimento a Franco Crespi, Piero Cattaneo e Alberto Centinaio, quelli a lui più vicini per posizione politica: un po’ meno atteso e quindi ancor più gradito il fatto di ricordare nel suo discorso anche Lorenzo Vitali, sindaco di centrodestra dal 2012 al 2017 e scomparso nel gennaio dello scorso anno.
Il Consiglio d’esordio ha anche segnato il primo esame del voto, perché all’ordine del giorno c’era l’elezione del presidente del Consiglio. Il compito di proporre il nome per conto della maggioranza è toccato a Umberto Taormina, del Partito democratico, che ha portato allo scoperto quel Federico Amadei che già da settimane veniva dato come il primo dei papabili. E così è stato, perché i 19 voti su 24 alla prima votazione hanno subito fugato ogni dubbio definendo il consigliere Pd come scelta condivisa anche con parte dell’opposizione in aula. Subito dopo si è passati al voto per il vicepresidente del Consiglio, proposto questa volta dalla candidata del centrodestra uscita sconfitta dal ballottaggio, Carolina Toia: la proposta di Daniela Laffusa, consigliere della Lega già assessore per poche settimane nella Giunta Fratus e unica assente giustificata in aula l’altra sera, ha ugualmente trovato i voti necessari già al primo tentativo. Laffusa ha ricevuto 17 voti.
Chiuse le procedure di rito, il Consiglio comunale si è chiuso ben prima del coprifuoco delle 23: al prossimo ingresso in aula e con le prime le interrogazioni la nuova Amministrazione potrà finalmente decollare dopo il lungo commissariamento che ha tenuto in sospeso la città.