Allo sportello hanno bussato in 159 negli dieci mesi e 113 sono state prese in carico, in un contesto nel quale la violenza psicologica e quella economica, tradotta in pratica attraverso il ricatto, hanno ormai un peso specifico equiparabile a quello della violenza fisica: tra le vittime, il 13% ricade nella fascia d’età dai 18 ai 30 anni e il 26% tra i 31 e i 40. Sono alcuni dei numeri comunicati da Filo Rosa Auser, che raccontano quanto la violenza sulle donne sia diffusa pure in una fascia d’età molto giovane e testimoniano l’emersione di un fenomeno che fino a trenta, quarant’anni fa rimaneva chiuso nelle quattro mura di casa mentre oggi arriva in superficie anche grazie alla presenza di una rete, in grado di accogliere e guidare le donne. Filo Rosa Auser e Fondazione Somaschi, che si occupa della casa rifugio di secondo livello a Legnano, hanno approfittato della presentazione delle due settimane di eventi che il Comune dedica alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per tracciare il bilancio delle loro attività, fornendo dati e riferimenti capaci di disegnare un quadro dettagliato della situazione.
Filo Rosa Auser, nella relazione di Simona Grumelli, ha fornito i dati aggregati del Centro antiviolenza di Legnano e dello Sportello antenna antiviolenza di Castano Primo. Da gennaio a ottobre gli accessi al servizio sono stati 159, di cui 113 conclusi con una presa in carico: otto donne sono state poi collocate in una struttura protetta. Delle 113 prese in carico, 55 hanno avuto accesso a una consulenza legale e 33 hanno avviato un percorso di supporto psicologico. Il 50 per cento ha un’età compresa tra 41 e 60 anni, il 26% tra 31 e 40, il 12% oltre i 60 e il 13% tra 18 e 30 anni: un dato, quest’ultimo, che rende difficile ipotizzare un progresso nelle nuove generazioni. Il 74% delle donne che hanno chiesto aiuto è di nazionalità italiana, il 42% ha un diploma di scuola superiore e l’11% una laurea. Il 64% risulta occupata, ma spesso e volentieri in lavori sottopagati non in grado di garantire l’autosufficienza.
Ci sono poi le diverse tipologie di violenza che emergono nei colloqui: domina quella psicologica che caratterizza quasi tutti i casi (96%) e precede la violenza fisica (58%); ci sono poi quella sessuale (15%), lo stalking (36%), l’economica (25%), la molestia sessuale (3%), l’assistita (37%) e la segregazione (4%).
Responsabile della violenza è per lo più il marito (32%) ma hanno un ruolo importante anche l’ex marito (11%), il convivente (15%) e l’ex convivente (12%), il fidanzato (5%) e l’ex fidanzato (8%), il figlio (4%), i genitori (4%) e un altro parente (4%). L’autore della violenza, nell’81% dei casi, è un italiano e nel 19% un cittadino extra Ue. Chi denuncia è meno di una donna su due.