Nerviano: "Con quel farmaco ho fermato il cancro"

Corey Wood è una delle ragazze che sta sperimentando, con risultati incoraggianti, Entrectinib, il nuovo farmaco sviluppato in dieci anni di lavoro nei laboratori del Centro Ricerche di Nerviano

Corey Wood nell’ultimo post  ha pubblicato le foto di una gita in kayak

Corey Wood nell’ultimo post ha pubblicato le foto di una gita in kayak

Nerviano (Milano), 26 febbraio 2017 – La vita di Corey Wood è stata sconvolta dalla terribile malattia quando aveva solo 22 anni. E la ragazza ha deciso di aprire un blog, “Lunging it up. Fighting lung cancer at 22”, per raccontare la sua battaglia contro il tumore e la sua voglia di tornare a coltivare la passione per lo sport e la vita all’aria aperta.

Studentessa originaria della California, Corey è uno dei pazienti che, negli Stati Uniti, ha accettato di sperimentare il farmaco Entrectinib, sviluppato in dieci anni di lavoro nei laboratori del Centro Ricerche di Nerviano, nel giugno 2015, con risultati positivi. "Ha fermato la crescita del tumore - scriveva sul blog - e spero che ora porti a una riduzione della massa". Nell’ultimo post ha pubblicato le fotografie di una gita in kayak: un gol nella partita contro il cancro. Un altro caso, raccontato dalla dottoressa Elena Ardini, responsabile dell’équipe del Centro Ricerche di Nerviano che ha creato la molecola alla base del farmaco, è quello di un paziente inglese di 46 anni, con due figli. Inizialmente, la sua sembrava una battaglia persa. "Aveva un tumore al polmone esteso e 15 metastasi al cervello - sottolinea la ricercatrice - e la terapia ha portato a risultati sorprendenti, con la regressione completa delle metastasi".

Risultati incoraggianti, anche se saranno necessarie ulteriori sperimentazioni prima che il farmaco possa essere messo in commercio e approdare definitivamente negli ospedali. "Tutto ciò è entusiasmante ed estremamente innovativo - precisa Filippo de Braud, direttore del Dipartimento Oncologico dell’Istituto Tumori di Milano e professore dell’Università degli Studi di Milano - perché ci stiamo spostando da una classificazione istologica ad una molecolare per terapie sempre più efficaci".