
Migranti ospiti a La Vincenziana
Magenta (Milano), 25 agosto 2018 - Aveva soltanto vent’anni Souleman Aboubakari. Nativo del Benin, minuscolo stato dell’Africa Occidentale. Era a Magenta, ospite della ex Vincenziana di via Casati, struttura che ospita rifugiati dall’estate del 2014. Dove l’altra sera è stato ritrovato senza vita dai responsabili della cooperativa Intrecci che la gestiscono. Era tutto il giorno che non lo vedevano. Colpito da un arresto cardiaco è stato trovato riverso nel suo letto. La salma ora si trova all’obitorio dell’ospedale Fornaroli di Magenta dove i medici, su indicazione della magistratura, effettueranno nei prossimi giorni l’autopsia.
Chi era Souleman? Era arrivato in Italia nel maggio del 2016 e si era impegnato da subito nei corsi di lingua e per l’acquisizione della licenza media. Ha frequentato corsi di formazione professionale come muratore e piastrellista posatore. Alla Vincenziana è stato accolto nell’agosto dell’anno scorso come richiedente asilo. Commozione in chi l’ha conosciuto. Aveva tanti sogni Souleman, per questo aveva lasciato la sua terra. Cordoglio da parte degli operatori: «La Caritas Ambrosiana e Intrecci esprimono il proprio cordoglio per il decesso e hanno provveduto ad informare i familiari del defunto e a verificare se vi siano le condizioni per rimpatriare il corpo, affinché possa avere sepoltura nel suo Paese di origine».
Si farà il possibile per riportarlo a casa, quindi. Ma la cosa che più rattrista è che la notizia della morte del ventenne, ieri mattina, ha scatenato commenti di una violenza assurda sui social. Pochi, per fortuna. Ma orribili. Alcuni hanno espresso una cattiveria senza senso. Si va da: «Uno in meno da mantenere». A: «Sai quanti italiani muoiono ogni giorno?». Per finire con: «Il mio vicino è morto di vecchiaia, potete fare un articolo anche per lui?». Inevitabile lo sdegno da parte della stragrande maggioranza dei magentini che hanno espresso parole di vicinanza per quanto successo.
Giuliana Labria, ex sindaco, ha avuto parole di fuoco: «Mi è venuto da piangere, di rabbia e di dolore, nel leggere i commenti di esultanza di alcuni miei connazionali e concittadini alla notizia della morte di un ragazzo richiedente asilo. Vorrei dire a questo liquame umano che Magenta non siete voi, per fortuna». E così gli ex assessori Enzo Salvaggio e Paolo Razzano del Pd. L’ex sindaco Luca Del Gobbo, oggi consigliere regionale, ha aggiunto: «La vita è sacra, sempre, ovunque, in qualsiasi luogo. Una preghiera».