
Due scatti del professore Michele Fiore
Boffalora sopra Ticino, 9 giugno 2025 – Avrebbe voluto diventare direttore di un museo prestigioso ma il destino l’ha dirottato verso l’insegnamento (per la gioia di mamma Franca e papà Enzo che l’hanno sempre sognato docente).
Parliamo di Michele Fiore, professore di 34 anni, salito alla ribalta per l’iniziativa portata avanti dai genitori e alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado di Boffalora Sopra Ticino. Una lettera, con tanto di firme, inviata all’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia e alla segreteria del ministro e del merito (all’attenzione del ministro dell’istruzione Valditara) in cui si chiede, a gran voce, di lasciare il docente a Boffalora Sopra Ticino (è destinato a spostarsi in una scuola in provincia di Varese).
La sua professionalità, unita ad una grande passione, l’hanno reso “insostituibile”. Il diretto interessato è rimasto senza parole per l’incredibile gesto da parte della comunità di Boffalora Sopra Ticino.
Professore, che effetto le ha fatto sapere della lettera e delle firme di genitori e studenti per trattenerla a Boffalora Sopra Ticino?
“Ricevere un gesto d’affetto così enorme, nonostante stiamo parlando di una professione, mi ha lasciato senza parole e sbigottito. Io ho sempre creduto che si debba dare tutto gratuitamente e che, alla fine, quel che si semina si raccoglie. Tutto quello che faccio è per il bene della scuola e degli studenti perché credo nel potere dell’istruzione. Aver ricevuto un dono così bello da parte di genitori e studenti significa che ho seminato abbastanza bene (ride, ndr)”.
Perché crede di essere così tanto apprezzato dalla comunità di Boffalora Sopra Ticino?
“La scuola, il preside, la vicepreside, i colleghi, il sindaco, i genitori… tutti mi hanno fatto respirare da subito aria di casa. Questo ho sempre detto alla mia famiglia che è di Bari, raccontando della mia vita a Boffalora Sopra Ticino. Io mi sono sempre posto con la massima umiltà e modestia. Credo che questo mio atteggiamento sia stato ben visto e mi ha permesso di avere questa bellissima relazione con la comunità. Fosse stato per me, avrei già acquistato casa a Boffalora Sopra Ticino. In tre anni ho imparato, grazie a colleghi e anche agli studenti, a conoscere la comunità ed è nato qualcosa di molto forte e sincero”.

Come mai è tanto apprezzato dai suoi studenti?
“Difficile rispondere a questa domanda. Parliamo di ragazzi delle medie, quindi di adolescenti che stanno attraversando un momento delicato della loro vita. È un periodo in cui è facile scontrarsi con le generazioni più grandi, con i genitori ad esempio. I ragazzi che ho seguito, in particolare quelli che hanno appena terminato la seconda media, hanno capito che ci possono essere anche delle guide da seguire, magari i docenti. Questo mi ha permesso di creare una didattica diversa con tanti laboratori e con un coinvolgimento continuo da parte degli studenti. Non li ho mai trattati come bambini, a volte li ho trattati come fossero miei coetanei. Ho cercato di insegnare andando oltre a quello che c’è scritto sul libro di scuola”.
Ritiene che l’accorata richiesta inviata dai genitori e dagli alunni possa andare a buon fine? Sarà ancora a Boffalora Sopra Ticino il prossimo anno?
“Varie vicissitudini mi portano a pensare che non è possibile sapere quanta speranza ci sia che questa bella iniziativa vada a buon fine. Io posso solo dire che, da parte del sottoscritto, e della comunità, c’è questo grande desiderio. Mi auguro che non finisca nel nulla. Sarebbe bello se andasse tutto per il meglio. Si sentono sempre più spesso episodi negativi riguardo all’ambiente scolastico, anche riguardo ai docenti. Questa è un’iniziativa speciale e positiva. Meriterebbe di avere un lieto fine. Come si dice nel mondo social, spero che questa cosa faccia rumore. Io auspico, con tutto il cuore, che chi può fare qualcosa in merito, lo faccia. Sarebbe un bel segnale”.