REDAZIONE LEGNANO

E' in malattia dopo un incidente ma va a fare la spesa: sindacalista licenziato

Buste della spesa e casse d'acqua: "lavori pesanti e incompatibili" con la malattia secondo la sua azienda. Ora lui chiede il reintegro

Immagine d'archivio

Arconate (Milano), 19 marzo 2015 - «Licenziamento illegittimo per mancanza di giusta causa». Chiesto il reintegro lavorativo. Questo il grido del sindacato e del legale di Alessandro Firenze, Cristiano Bettinelli. Ieri al Tribunale di Busto Arsizio l’udienza di carattere interlocutorio, con un invito alla discussione. Il legnanese Firenze – delegato Cub – viene licenziato dalla San Germano, società della multinazionale Derichebourg – ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti – nel novembre 2014. Vi lavorava dal 2010 ad Arconate, con mansioni di autista e raccoglitore. I motivi del licenziamento risalgono all’ottobre 2014. Firenze si trova in servizio con un collega alla guida di un autocarro aziendale: i due hanno un incidente. Firenze rimane a casa dal lavoro per infortunio. Nel frattempo, il datore di lavoro manda una lettera disciplinare in cui si contesta che durante il periodo iniziale di astensione dal lavoro, Firenze avrebbe svolto attività incompatibili con il suo stato di salute, tali da pregiudicarne la guarigione

Secondo l’azienda, sarebbe stato visto uscire da un supermercato con buste e casse d’acqua e svolgere “pesanti lavori” sul balcone. Successivamente l’azienda dispone il licenziamento, sostenendo che il sinistro non sarebbe mai avvenuto e che le prescrizioni mediche gli avrebbero vietato di sollevare pesi anche nella vita privata. Ma le motivazioni sono ritenute dai legali un «pretesto per incardinare la procedura di licenziamento». Secondo gli avvocati, sulla base dei certificati medici agli atti, «il sinistro è comprovato dal verbale dei carabinieri, non sussistono i sollevamenti contestati e soprattutto gli stessi sarebbero irrilevanti». In ogni caso la ditta avrebbe espresso un giudizio «fuori dalla propria competenza». Non solo. I legali contestano all’azienda il ricorso, non legittimo, a vari pedinamenti sottesi al provvedimento disciplinare. A giorni la decisione del giudice.

di Sara Riboldi