SILVIA VIGNATI
Cronaca

La “comune” di Legnano: cinque donne e una casa. “Non ci sentiamo più sole e il futuro fa meno paura”

Gli appartamenti della cooperativa bustese destinati a persone in difficoltà o con disabilità. Domotica e sensori nelle camere, e in caso di bisogno ci sono i volontari

Da sinistra Giacomo Borghi della cooperativa di Busto Arsizio “Solidarietà e Servizi“, Katia, Elisabetta, l’educatrice Federica Ricco Sandra e Susanna

Da sinistra Giacomo Borghi della cooperativa di Busto Arsizio “Solidarietà e Servizi“, Katia, Elisabetta, l’educatrice Federica Ricco Sandra e Susanna

Un luogo bello dove stare insieme, personalizzato nell’arredamento, arricchito dalla domotica. Un appartamento luminoso e confortevole, al primo pia no di una palazzina in via Venegoni che dà sostanza alle parole integrazione e inclusione. Parliamo della “Casa San Benedetto“, della cooperativa Solidarietà e Servizi di Busto Arsizio.

Qui vi abitano, dal 19 settembre, cinque donne: Katia, Elisabetta, Susanna, Fabiola e Sandra. Età compresa fra i 40 e i 60 anni, un lavoro nei Centri diurni di Busto Arsizio e Samarate, dalle 9 alle 16, accompagnate nel trasporto da volontari. Un altro modo di fare famiglia, di progettare con fiducia la quotidianità.

La cooperativa sociale è comodataria dell’alloggio: 120 metri quadrati con tre stanze, una cucina, un soggiorno con un bel terrazzino, oltre ai due bagni e al locale lavanderia. Le donne arrivano da una precedente esperienza abitativa a Cassano Magnago, alla residenza Isa Tanzi: qui però le aree comuni erano condivise con gli uomini.

“Spesso bisticciavamo perché loro volevano vedere le partite in tv, mentre a me piacciono i film d’amore e romantici", dice Sandra. La nuova casa raccoglie gli entusiasmi di tutte. "È bella perché non ci sono i “maschietti“ – scherza Susanna –. A me piacciono gli uomini, ma non quelli con cui c’è sempre da discutere". Supportate a turno da tre educatrici e quattro operatori sociosanitari, le donne conducono una vita piena e attiva: Katia ama cucinare la carbonara, la musica e il karaoke, Elisabetta non disdegna di fare le pulizie.

"È una casa che condensa molti valori della cooperativa – spiega Giacomo Borghi, responsabile Area residenziali e domotica di Solidarietà e Servizi –. C’è il tema del “Dopo di noi“, al quale rispondiamo dal 2000 non solo con strutture residenziali comunitarie, ma con vere e proprie case dove le persone con disabilità possono vivere in un ambiente famigliare, potendo sempre avere un proprio spazio. C’è il tema della domotica applicata allo sviluppo dell’autonomia: questa casa ha una serie di automazioni e sistemi di monitoraggio, come ad esempio l’apertura della porta d’ingresso con lettore di impronta digitale, i sensori per il monitoraggio del sonno, per la rilevazione dei fumi e dei rumori, per l’apertura del frigo e delle dispense, che garantiscono la sicurezza. I dati vengono poi raccolti in un pannello di controllo dove ogni situazione viene monitorata".