Le anguille del Ticino? Si travestono da draghi

Mattia Nocciola appassionato di fotografia subacquea riporta a galla emozioni e strani incontri vissuti esplorando il mondo sott’acqua del fiume

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Le suggestive foto scattate da Mattia Nocciola sono esposte alla Fagiana di Magenta

di Francesco Pellegatta

Pochi squilli e Mattia risponde dalla Sicilia: "Sì, sto per immergermi in un fiume, cerco una trota rara". Si concluderà oggi la mostra fotografica che racconta il "Mondo sommerso" del Ticino. Ma Mattia Nocciola, 30 anni, cresciuto a Boffalora e oggi trasferitosi a Robecco sul Naviglio, pare avere altri grandi progetti. Come dimostra il suo viaggio nell’assolata Sicilia: "Girare tutti i fiumi italiani per scoprire cosa nascondono. Un po’ quello che ho fatto con il Ticino".

Già, gli scatti che Mattia ha realizzato immergendosi in apnea nel fiume azzurro hanno permesso a moltissime persone di avvicinarsi a un mondo che forse si conosce meno rispetto al più celebrato mare, con i suoi spazi e colori. In realtà, quello fluviale, è un ambiente altrettanto affascinante che questo giovane fotografo (che di lavoro per il momento fa tutt’altro) ha percorso in lungo e in largo per divertirsi e per evadere dalla routine quotidiana: "Vedere i fondali del Ticino e anche solo sapere che i pesci sono lì mi fa sentire meglio – spiega –. In fondo non faccio altro che raccontare le emozioni che ho provato".

Mattia ha cominciato a immergersi nelle acque del fiume azzurro sette anni fa, ed è stato subito amore. La sua stagione preferita? L’inverno: "È malinconico e di solito ci sono meno pesci, ma più rari. D’inverno il Ticino mi pare più autentico. In ogni caso ogni periodo dell’anno ha il suo fascino, il fiume cambia esattamente come cambiano le piazze dei nostri paesi al trascorrere delle stagioni. E tutti i tratti del Ticino hanno una loro bellezza, peccato che a valle del Canale Scolmatore di Abbiategrasso, una vera e propria bomba ecologica, la qualità dell’acqua peggiori enormemente. Ma il tratto da Abbiategrasso alla diga è bellissimo. Così come il Ticino svizzero".

Nella mostra che si conclude oggi al centro Parco “La Fagiana“ di Magenta ci sono solo alcuni momenti catturati dall’obiettivo di Mattia durante le immersioni. Altri sono rimasti impressi in maniera indelebile dentro di lui: "Come la notte nella quale ho incontrato un’anguilla. Ad un certo punto il fascio di luce della mia torcia ha illuminato questo essere che si muoveva come un drago cinese, è stato molto emozionante. Ma anche il faccia a faccia con un luccio che mi ha puntato prima di passare oltre. Una delle grandi differenze rispetto al mare è proprio questa: i pesci di fiume forse sono meno appariscenti ma più facili da avvicinare". Ricordando sempre che è d’obbligo stare in guardia: "Il Ticino è pericoloso, senza se e senza ma – tiene a precisare Nicola –. Per nuotarci serve cervello e conoscenza; spesso ho deciso di non immergermi se le condizioni non mi convincevano". Molto meglio scoprire cosa nasconde ammirando le foto di Mattia.