
La rete del Legnanese Cento profughi accolti
di Paolo Girotti
LEGNANO
Un piccolo plotone di oltre cento persone accolte dal 2016 a oggi nei quattro Comuni che hanno dato vita al Sai, il Sistema Accoglienza Integrazione (Legnano, Canegrate, Villa Cortese e Rescaldina) gestito dall’Ati formata da Fondazione Somaschi e Cooperativa Intrecci: una "rete" costruita anche grazie a privati cittadini nella quale sono volontariamente finiti rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione che, in buona parte, hanno poi concluso il loro percorso trovando un lavoro o comunque costruendo una situazione economica migliorata. A fare il punto della situazione e a presentare le iniziative studiate per far conoscere il lavoro svolto hanno pensato ieri i rappresentanti delle amministrazioni comunali coinvolte e degli operatori impegnati sul campo. I numeri dicono che il progetto Sai, nato come Sprar, ha condotto ad accogliere sul territorio 88 uomini, 4 donne e alcuni nuclei familiari, per complessive 10 persone. Tutte persone provenienti da ben venti paesi diversi: Afghanistan (20 persone), Nigeria (15), Somalia (11) Mali e Pakistan (9), Senegal (8), Gambia (7), Costa d’Avorio (3), Bangladesh, Camerun, Ghana e Guinea (2), Iraq, Libia, Mauritania, Palestina, Sierra Leone, Siria, Sudan, Ciad, Etiopia (1). Dai 15 posti disponibili inizialmente si è oggi arrivati a 29 posti, ma solo di rado occupati interamente. Le tipologie di permesso di soggiorno riconosciute ai beneficiari del progetto vedono la prevalenza della motivazione per asilo politico (37 casi), per protezione sussidiaria (24), motivi umanitari (17), protezione speciale (5), ricongiungimento (4), affidamento (3), casi speciali (3), mentre dei 10 richiedenti asilo sei sono usciti dal Sai ancora nella condizione di richiedenti e quattro hanno ottenuto il riconoscimento. Come anticipato, i risultati del lavoro svolto raccontano che fra le persone uscite dal SaI ci sono le 43 che potevano contare su un lavoro e una condizione economica migliore di quella che avevano all’ingresso: 19 si sono trasferite all’estero, 17 hanno lasciato il posto, cinque sono stati accolti in un’altra struttura.
Tutti d’accordo, dunque, nel ribadire che questo è il sistema di integrazione e accoglienza "leggero" che pare funzionare al meglio e nell’auspicare una riduzione dei tempo di permanenza nei Cas a favore dell’integrazione garantita dai Sai, anche perché questa pare essere la sfida da affrontare nei prossimi mesi: "Ero un bambino quando i telegiornali trasmettevano le immagini dei cittadini albanesi in arrivo nei porti – ha ricordato il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice –: a oltre trent’anni di distanza vedere definiti questi fenomeni come "emergenza" da affrontare mi pare davvero fuori luogo e anacronistico, così come ipotizzare di gestire questi flussi concentrando centinaia di persone in pochi luoghi" .