Pedoni, ciclisti, motociclisti. Sono le categorie deboli sulla strada. Sono quelli che rischiano la vita quando percorrono certe strade trafficatissime. A Milano la situazione è diventata drammatica, tanto che i milanesi l’altroieri sono scesi in strada a protestare: un flashmob per chiedere più sicurezza e rispetto per i pedoni. Sono 20 i morti dall’inizio di quest’anno, una strage. I pedoni erano 9, 5 i ciclisti, altri 5 a bordo di mezzi motorizzati e una persona in monopattino. Una vera ecatombe che si va ad aggiungono a tutti gli altri incidenti che quotidianamente si verificano nell’hinterland milanese. L’ultimo ieri sulla provinciale 30 a Vermezzo con Zelo. Poche mattine fa una donna era stata travolta e uccisa da un camion dell’Amsa. Incidenti che hanno dell’incredibile, spesso dovuti a disattenzioni. Intanto la scia di sangue lascia dolore e disperazione tra i familiari. A distanza di due anni il magentino Giovanni Caso ricorda la figlia Valentina che venne investita da una cisterna del latte a Robecco mentre si allenava in bicicletta da corsa. Ha avviato una petizione raccogliendo firme per ottenere l’obbligo dei sensori sui camion e domenica scorsa ha corso il Triathlon di Cervia nel nome di Valentina. Era la gara per la quale si stava allenando quel 4 agosto del 2021 e il papà l’ha voluta portare a termine in lacrime.
Nel Magentino le zone più a rischio sono le strade trafficate. La statale 11, la statale 526 dell’est Ticino che collega Magenta ad Abbiategrasso e, soprattutto, il tratto finale della Boffalora Malpensa.. Quello che congiunge la rotonda sulla statale 11 a Magenta allo svincolo di Mesero per l’autostrada A4. Un tratto senza spartitraffico dove gli incidenti sono avvenuti a ripetizione. In alcuni casi mortali o con feriti gravissimi.G.M.