Zazzera, la Procura toglie i sigilli. Il vivaio non è più sotto sequestro

Inveruno, disposto il dissequestro del vivaio finito sotto indagine per aver fatto lavorare decine di dipendenti in nero

I vivai Zazzera

I vivai Zazzera

Inveruno - Vivai Zazzera: la procura dispone il dissequestro. Novità sul piano legale per l’azienda florovivaistica di corso Europa a Inveruno che era finita in amministrazione giudiziaria dallo scorso mese di febbraio. Sigilli quindi revocati e adesso si guarda al futuro col decreto di revoca del sequestro preventivo che apre nuovi spiragli per il vivaio ed i suoi dipendenti. Nell’occhio del ciclone era finito il suo titolare, Sergio Zazzera, 54 anni, accusato di caporalato su ben 105 dipendenti e finito per mesi agli arresti domiciliari. Zazzera era tornato in libertà a giugno. Da allora sono stati stipulati diversi accordi coi dipendenti per riconoscere loro gli arretrati ed un giusto compenso, saldando anche le posizioni aperte con l’Inps.

Attualmente la situazione interna all’azienda sembra essere completamente diversa, almeno dal punto di vista formale. Un atteggiamento che ha portato la pm Donata Costa della procura di Milano, titolare dell’inchiesta a disporre revocare l’amministrazione giudiziaria dell’azienda mettendo in mano la gestione allo stesso titolare, col supporto però di un gruppo di professionisti esterni al vivaio. Sul caso però la Procura non ha ancora deciso le responsabilità personali. Oltre al titolare ci sono altre due persone indagate sul piano penale con le indagini di fatto concluse da mesi senza che però i pm abbiano ancora avanzato alcunchè nei confronti del gip. Nessuna richiesta di rinvio a giudizio e la possibilità che tutto si chiuda con un patteggiamento della pena con tanto di accordo fra le parti. In caso contrario inizierà il processo e si valuterà con attenzione la posizione penale delle tre parti in causa, anche se l’accusa più pesante rimane quella di caporalato piovuta in testa allo stesso Zazzera.

Ad ogni modo sono state dichiarate concluse le indagini preliminari da parte della guardia di Finanza che ha indagato per mesi sulla vicenda, dopo la denuncia di decine di lavoratori che hanno spiegato come fossero trattati a livello umano ed economico all’interno del vivaio: sottopagati, sfruttati e licenziati a piacimento, spesso con posizioni lavorative irregolari. Oltre all’accusa di caporalato sulla testa di Sergio Zazzera ci sarebbe anche una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale dopo un interrogatorio nella caserma di Magenta avvenuto nell’estate di tre anni fa. Posizione, questa, che secondo alcuni avrebbe di fatto aperto la pista dei controlli a tappeto nei confronti dell’azienda.