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L’imbarcadero abbandonato rinasce: i pavesi salvano il bar sul Ticino

Prima la morte del titolare, poi i vandali: una cordata lo recupera di STEFANO ZANETTE

Lo storico barcone dell'imbarcadero

Pavia, 2 novembre 2015 - Aperto, nuova gestione. Pur senza l’enfasi mediatica di un’inaugurazione ufficiale, ha riaperto il bar dell’imbarcadero ormeggiato sul Ticino nel tratto cittadino (viale Lungoticino Sforza) poco a valle del Ponte Coperto. E grazie alle temperature miti di questo un po’ anomalo week-end di Ognissanti, i molti pavesi che anche ieri hanno affollato il Lungoticino per una passeggiata all’aria aperta, hanno trovato in funzione il bar nella struttura che aveva rischiato di essere smantellata. Lo storico proprietario, Giancarlo Barbieri, dopo una malattia che già negli ultimi anni ne aveva ridotto l’attività, era morto lo scorso 11 luglio. Ma i guai per il suo imbarcadero erano iniziati ancora prima.

Nella notte fra il 7 e l’8 agosto dello scorso anno, il primo affondamento, di due barconi-bar, probabilmente per un atto vandalico. Il successivo 17 ottobre (sempre dello scorso anno), era poi finita sott’acqua una parte del pontile a valle del barcone principale, pare a causa dell’urto di un tronco trasportato dal fiume in piena. Un duro colpo, che aveva «disassato» tutte le strutture collegate, compresa la passerella del barcone principale. Troppo oneroso per Barbieri il recupero della struttura, che stava per far smantellare. Ma i tempi tecnici dell’intervento di smantellamento si sono allungati per le piene invernali e nel frattempo una cordata di pavesi ha deciso di «salvare» il barcone dell’imbarcadero. La società Pro River, già lo scorso mese di maggio, aveva annunciato l’avvio dell’iter per ottenere le autorizzazioni da Comune e Aipo per procedere al completo recupero, acquisendo la struttura. Oltre al barcone con terrazza, doveva essere risistemata anche l’area sulla sponda, in concessione demaniale. L’idea degli imprenditori pavesi era quella di rivitalizzarla eliminando i lettini prendisole sui gradoni e realizzando più spazi, anche per mostre e incontri in riva al fiume.

«Come per la Senna a Parigi - spiegavano i soci della Pro River - anche per il Ticino a Pavia si può immaginare una vocazione di ritrovo culturale e turistico». La speranza dei nuovi proprietari era quella di riuscire ad aprire già per la stagione estiva, ma la burocrazia non ha aiutato gli imprenditori a rispettare le scadenze dei progetti iniziali. Anche se la stagione estiva è finita, nel frattempo l’imbarcadero è però stato rimesso a nuovo e ora, ottenute tutte le autorizzazioni, è stato riaperto. All’interno del barcone gli spazi coperti garantiscono l’attività del bar anche nella stagione invernale.

di STEFANO ZANETTE