
Il vescovo dai contadini. Fatica e intraprendenza: "Il vostro lavoro conserva il creato"
Il mondo agricolo nella giornata di ieri ha festeggiato uno dei suoi patroni, sant’Antonio, e come da tradizione l’arcivescovo Mario Delpini si è recato in visita ad alcune aziende agricole della zona. Per l’area del Magentino-Abbiatense è stata scelta un’azienda storica, quella di Giorgio Porta, la cui famiglia da cinque generazioni abita alla cascina Molinetto. Ad attendere Delpini, che era accompagnato da don Matteo Vasconi, consigliere ecclesiastico della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza, c’erano il parroco don Mauro Loi, il sindaco Ilaria Mora, il presidente interprovinciale Coldiretti Alessandro Rota e numerosi agricoltori. Nel suo saluto Rota ha sottolineato che le aziende agricole sono luoghi che quotidianamente parlano di cultura e di colture, "luogo di lavoro, di competenza, di fatica e di intraprendenza" ha poi ribadito Delpini. "L’anno che abbiamo da poco lasciato alle spalle è stato caratterizzato da molti problemi, in primo luogo quelli atmosferici, ma l’abbiamo superato insieme e guardiamo avanti – ha detto Rota –. Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento".
Il vescovo ha poi presieduto un breve momento di preghiera e di benedizione, al termine del quale ha ribadito l’importanza del lavoro degli agricoltori anche per la "conservazione del creato". "Se diluvia o viene la grandine non è Dio che lo vuole, perché Dio è per la vita". Conclusa la visita a Cisliano l’arcivescovo si è quindi recato in un’altra azienda agricola, la Buttivacco di Milano, dove si coltiva riso. La cascina Molinetto ha preso questo nome dal fatto che nei secoli passati c’era un mulino per la macina del grano, le cui pale venivano mosse dalle acque di un fontanile che lambiva la cascina. Oggi di quel mulino è rimasta testimonianza in un museo allestito proprio nei locali dove un tempo erano in funzione i macchinari di macina. La cascina è del 1750. I Porta vi arrivarono nel 1919 col capostipite Giuseppe. "Oggi - ha detto Giorgio Porta, che guida l’azienda col figlio Daniele e la cognata Ambrogia Bardelli - produciamo per lo più latte, che grazie alla Cooperativa Agricola San Rocco di Magenta destiniamo alle aziende che producono il gorgonzola. Abbiamo 200 vacche da latte che gestiamo con quattro dipendenti. Il problema maggiore di questi anni è soprattutto quello dell’acqua, che sopperiamo anche grazie all’attività del Consorzio Villoresi".