SILVIA VIGNATI
Cronaca

Il mio primo giorno in ambulatorio: "Voglio essere un buon medico"

La dottoressa Margherita Petralia adesso ha uno studio suo al Centro Polifunzionale Legnano uno: una cittadella sanitaria ben organizzata in corso Italia, otto camici bianchi hanno in cura 14.300 pazienti .

Il mio primo giorno in ambulatorio: "Voglio essere un buon medico"

Il mio primo giorno in ambulatorio: "Voglio essere un buon medico"

Sei anni in Guardia medica, tra Legnano e Parabiago. Gavetta dura, con persone smarrite "perché il mio medico non risponde al telefono, mi ascolti lei", e poi a curare chi sta male di notte, con il dolore che sembra ancora più grande. Aggiungiamo poi dieci anni di sostituzioni di colleghi, tutti massimalisti, tra Milano, Baranzate, Cesate e Bollate, "alcuni dei quali ancora vecchio stampo, senza una segretaria, e allora devi occuparti di tutto". Il cambio di passo lunedì 6 novembre: la dottoressa Margherita Petralia, catanese trasferitasi in Lombardia 13 anni fa, ha uno studio suo al CMP, acronimo che sta per Centro Medico Polifunzionale Legnano uno: una cittadella sanitaria molto ben organizzata in corso Italia, dove otto medici di famiglia hanno in cura oltre 14.300 pazienti e con il suo ingresso si sale a nove professionisti. "Ho scelto questo Centro perché qui le persone possono trovare, oltre ovviamente a noi medici, anche la segretaria, l’infermiera per i prelievi e un ampio spettro di specialisti, dall’ortopedico al nutrizionista, che ricevono privatamente. Si può dire che il Centro sia un mini-ospedale". Accanto a un disegno la dottoressa Petralia ha stampato una prescrizione medica. "E’ la prima che ho fatto, lunedì, al mio primo paziente: un signore con una patologia, che mi ha telefonato per conoscermi. Un primo giorno di fortissime emozioni". La dottoressa accetta ovviamente nuovi assistiti, al momento sono qualche decina, "la scelta si può fare in farmacia, sul portale Ats, o tramite fascicolo sanitario elettronico". Perché ha scelto questa professione? "Perché mi piace aiutare la gente. L’esperienza in Guardia medica mi ha dato tantissimo, avevo modo di gestire il paziente cronico. Ho scelto questo lavoro perché mi piace parlare con il mio prossimo, far capire quando serve l’antibiotico e quando no, conoscere a fondo la storia clinica del paziente, i suoi fattori di rischio, che malattie si sono sviluppate nella sua famiglia. Voglio essere un buon medico. Non voglio essere un medico "call center" o un mero medico prescrittore. E’ fondamentale costruire una relazione in presenza, ascoltare, capire se può nascere un’alchimia. Dall’intesa nasce la fiducia".